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domenica 26 giugno 2011

Primo amore

La trama (con parole mie): Vittorio, artigiano veneto, conosce Sonia, giovane commessa di un negozio equosolidale e modella per l'Accademia di belle arti. Dopo un inizio difficile, tra i due nasce una storia d'amore forgiata dallo stesso Vittorio a immagine dei suoi desideri e dell'ideale che l'uomo nutre per Sonia, passato attraverso un progressivo dimagrimento alla ricerca della forma perfetta.
L'unione è così forte da sconvolgere le vite di entrambi, lavorativamente ed emotivamente, ma come tutte le grandi passioni, cela contrasti nati dal celato e presto divenuti insanabili.
Un film giocato sui silenzi, in grado di parlare all'universale - i ruoli dell'Uomo e della Donna nella Storia - così come a due persone alle prese con il primo, grande amore della vita.

Non nascondo di avere da sempre provato una certa quale antipatia, per Matteo Garrone.
Tra i registi della nuova generazione del Cinema italiano, è senz'altro il più a rischio di bottigliate, tanto in bilico tra la coscienza popolare ed il radicalchicchismo più estremo.
Eppure, ho sempre riconosciuto il suo assoluto valore come cineasta.
Gli preferirò tutta la vita Sorrentino, eppure ho molto apprezzato il grottesco L'imbalsamatore ed anche l'affresco - senza dubbio potentissimo - del Gomorra ispirato al lavoro del da me tanto osteggiato Saviano, una pellicola che senza dubbio ha il grande merito di trasformare in settima arte alcune realtà nostrane come non accadeva da molto, molto tempo.
Ma, in qualche modo, e pur sottostando ad alcune sbavature soprattutto in fase di script, forse il meglio del nostro sta tutto qui, in questo Primo amore.
Un film giocato per sottrazione, fotografato benissimo ed estremamente intenso, così tanto da far dimenticare le improvvisazioni e le leggerezze, ed in grado di mostrare per quasi tutta la sua durata il percorso che pare scritto in secoli di società a testimonianza dell'oppressione dell'Uomo sulla Donna, delle insicurezze mascherate dall'aggressività del primo confrontate allo stoico coraggio della seconda, dalla negazione dei diritti alla forza della ribellione, fino al faccia a faccia - di una scena geniale - tra passato e futuro, o almeno della percezione degli stessi.
E proprio nel momento in cui pare che quella voce sottile sia un'inesorabile requiem, il conforto e lo sguardo che induce a sostenere la fragile - ma solo apparentemente - Sonia nel suo lento scomparire dal mondo, ecco deflagrare l'ordigno più incredibile che la Natura abbia mai potuto progettare per noi piccole creature allo sbando in questo universo: una storia d'amore.
Perchè è anche questo, il rapporto tra Sonia e Vittorio. Una storia d'amore.
Che non vede vincitori e vinti, ma soltanto due anime che hanno incrociato i loro destini, senza neppure pensare, di fronte ad un semplice caffè, che quel momento avrebbe cambiato inesorabilmente le loro vite.
Che ci sarebbero state felicità, gioia, scoperta, sesso, la sensazione di specchiarsi nell'altro e trovare noi stessi.
Ed inesorabilmente solitudini, segreti, fughe, il non detto come espressione della propria libertà, il progressivo asciugarsi di un corpo come di un sentimento che appassisce, descritto in un'altra scena memorabile, giocata nel dialogo tra Sonia ed il fratello, purtroppo a tratti dimenticato dalla sceneggiatura.
La storia del primo amore che progressivamente scompare, si prende tutto ciò che eravamo e lo distrugge, ci porta sull'orlo del baratro, e pare chiedere ancora pegno.
La storia del primo amore che finisce, e si porta via tutto, come un fuoco che non conosce pace.
Eppure, in quel bruciare incandescente e senza posa, le parole di Vittorio paiono quasi profetiche: occorre ardere tutto, per giungere alle ceneri, e scoprire l'oro.
Quel curioso caso in cui lo stesso volume equivale ad un maggior peso.
La cosa più preziosa.
Che si ha quando si perde, e si insegue fino a quando non si ha davvero.
Fosse anche lungo la Storia intera.
Il primo amore è quello tra Uomo e Donna.
E Garrone, con un tocco quasi invisibile, è riuscito a portare secoli e secoli in poco più di novanta minuti.
Chapeau.

MrFord

"Never said thank you
never said please
never gave reason to believe
so as it stands
I remain on my knees
good lovers make great enemies."
Ben Harper - "Please bleed" -

15 commenti:

  1. l'ho visto anni fa. ricordo solo la voglia che m'era venuta di prendere a schiaffoni fortissimi inizialmente lui, poi pure lei. (come personaggi, nè)

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  2. Ciku, un film complesso, che a tratti irrita - anche io ho avuto il tuo stesso impulso - e a tratti conquista inesorabilmente.
    Del resto, è sempre diverso fare da spettatori ad un amore o viverlo, no!?

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  3. Io invece ho trovato molto buona la prova dei due attori protagonisti, e la cadenza veneta (sopratutto in lui) rende il senso "d'amore" ancora più forte.

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  4. Vidi qualche tempo fa l'intervista fatta a Vittorio -non ricordo se si chiama così anche nella realtà- su un programma rai.
    Veramente disturbante.
    Con 'sto deficiente con metà faccia glabra e metà con la barba..
    Un pazzo furioso.

    Il film non l'ho mai visto, forse perchè l'imbalsamatore non mi era piaciuto granchè.
    Ricordo solo 'sto nano che cercava di fare delle "cose" con un superfusto mentre era ubriaco/drogato(il fusto, non il nano)

    Come stai, fratello?

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  5. Ah, non c'entra niente, ma...

    http://www.badtaste.it/home-video/recensioni/apocalypse-now-blu-ray-disc-la-recensione

    GODO come un suino.

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  6. dal trailer mi è sempre sembrato troppo angosciante e morboso e quindi me lo sono perso.
    e a meno di essere proprio nella predisposizione d'animo per una visione del genere, credo che continuerò a perdermelo...

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  7. Dembo, devo dire che, senza pensare ai riferimenti alla realtà, questo film è stato davvero un'ottima visione, disturbante, è vero, ma estremamente intensa. Forse un tentativo dovresti concederglielo, anche se L'imbalsamatore non ti è piaciuto.
    Grande l'edizione in bluray di Apocalypse. E' uscito anche La sottile linea rossa, con venti minuti in più.
    Per il resto, febbre e gola che è un campo di battaglia, ma sai che io resto sempre in piedi! :)

    Cannibale, dovessi sentirti pronto, una visione tentala. Sarei curioso di conoscere il tuo punto di vista in proposito.

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  8. proprio quell'odore di inquietudine mi spinse a vederlo e me ne hai fatto venir voglia di ri-procurarmelo, buona domenica.

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  9. Runes, scusami per il "ritardo", mi era sfuggito il commento. Concordo sull'uso del dialetto, che aiuta senz'altro il non essere un attore del protagonista.

    Petrolio, sono contento di aver suscitato le emozioni necessarie per una seconda visione. Buona domenica a te.

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  10. il film l'ho visto tanti anni fa. Michela bravissima. non è un film che rivedrei volentieri, inquietante

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  11. Cri, è inquietante davvero. Eppure ha un'aura di fascino unica.

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  12. A me è piaciuto, per quanto sia un pietrone sullo stomaco. E poi la sai che sono compaesano del protagonista (che è pure l'autore) e moltissime scene sono girate qui (ce n'è una in cui interviene un medico ed è il mio medico di base;))
    Fotografa molto bene le psicosi (anche estreme) del veneto lavoratore. Ti consiglio i libri di Trevisan, soprattutto "I quindicimila passi" e "Shorts"

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  13. Gae, potresti fare un'appendice al mio post in cui parli di luoghi, lingua e autore!
    Sarebbe interessante!

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  14. Non ho guardato questo film 1) perchè difficilmente il cinema italiano mi attira e 2)perchè per una donna in lotta con la bilancia da tutta la vita,guardare un film dove il protagonista ama la sua lei solo se è più magra possibile,temo sarebbe deleterio. Si capisce alla fine che lui è un pazzo,sì? Meno male che il mondo è pieno anche di uomini che amano le donne morbide,sennò sarei stata spacciata XD

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    1. Non credo ci sia bisogno di arrivare alla fine per capire che si tratta di una forma di psicopatia: io già sono allergico alle menate, figuriamoci l'idea anche solo di vedere qualcuno che plasma il compagno/a ad immagine di ciò che desidera.
      Molto meglio qualche sano scazzo costruttivo.
      Comunque, film ottimo.

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