Un fratello colorato, fiabesco e universale della lotta armata di Mononoke.
Chi capita diciamo regolarmente da queste parti sa bene quanto il sottoscritto adori Miyazaki, con la sua magia e leggerezza, con il suo incredibile Studio Ghibli, praticamente l'equivalente Pixar del sol levante: certo, in questo caso non c'è il digitale, bensì la straordinaria perizia dell'animazione artigianale, e le fiabe raccontate sono universali quanto legate alla profonda e vastissima cultura nipponica, ma il concetto non cambia.
Miyazaki e soci hanno dato origine ad una realtà, ormai più di vent'anni or sono, che ancora oggi resta una delle più felici nel mondo dell'animazione e del Cinema.
Pom Poko, realizzato da uno dei fedelissimi del grande Hayao, Isao Takahata - autore, tra l'altro, del Capolavoro Una tomba per le lucciole, che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita -, porta con se il bagaglio di tutta la poetica dell'autore di Totoro, dal rispetto e l'amore per la Natura alla difficile convivenza dell'Uomo con la stessa, dal confronto tra la riflessione e la passione ad una voglia travolgente di vivere.
E nonostante Pom Poko, soprattutto nella prima parte, possa apparire come una sorta di versione edulcorata di Princess Mononoke, legata più ai riferimenti alle fiabe ed alla cultura giapponesi che non ad un reale confronto, o alla tematica del conflitto diretto, quasi fosse un divertente, dolceamaro sogno grottesco, nella seconda metà la pellicola trova una sua identità ben precisa, emancipandosi, pur rispettando le stesse tematiche, dall'autorialità del Maestro Miyazaki per sviluppare una sua personale identità, ed allargare il suo raggio d'azione non soltanto al rapporto tra Uomo e Natura, ma a quello che ogni essere vivente ha con la società, o il suo concetto.
L'idea che, per sopravvivere, sia praticamente istintivo dover scendere a patti con se stessi e con gli altri esseri viventi che vivono nel nostro contesto, accompagnata dalla certezza che, in un modo o nell'altro, troveremo sempre chi combatte - anche fino ad una fine dolorosa -, chi sogna, chi si arrende, chi si lascia trasportare, o si abbandona, chi reinventa una vita e chi, semplicemente, la vive.
Che siano Tanuki, volpi, gatti o perfino umani, poco importa.
La trasformazione, e il suo utilizzo, sta alla base di quello che sarà il nostro rapporto con il mondo esterno. Quando ci invade o quando siamo noi a tuffarci in esso.
E quando la stessa può rischiare di portarci via tutto quello che siamo, o per cui abbiamo lottato.
E in tutto questo oceano di riflessioni, la meraviglia e l'incanto di colori che fanno tornare bambini, le risate contenute e profonde che contagiano ad ogni età, e momenti di Cinema di valore assoluto, come i ricordi del vecchio esperto di trasformazione o l'incredibile sequenza della parata dei mostri di fronte agli umani.
Pellicole come questa sono una lezione per tutti i detrattori dell'animazione, o per chi ha sempre sottovalutato la potenza del suo linguaggio, e riescono a parlare non solo a più e differenti culture, ma a tutte le stagioni della vita: è un pò come tornare tutti quanti a scuola, perchè in fondo, quella con la esse maiuscola comincia il giorno della nostra nascita e termina quando lo spettacolo finisce.
Fortunatamente, di tanto in tanto, il nostro cammino incrocia quello di qualche vecchio saggio come Takahata - o Miyazaki, ovviamente - capace di mostrarci che non esiste mai soltanto una strada, ma che le possibilità sono infinite, e possono essere terribili o salvifiche, costrette o felicemente, totalmente liberatorie.
Ma che la cosa più importante di tutte è che, se saranno dettate da ciò che siamo, potranno solo essere incondizionatamente nostre.
MrFord
"Arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione
e adesso è questo giorno di monsone
col vento che non ha una direzione
guardando il cielo un senso di oppressione
ma è la mia età dove si sa come si era
e non si sa dove si va, cosa si sarà."
Jovanotti - "La linea d'ombra" -
si carini gli animaletti ma VOGLIAMO CLIFFANGHER!!! DATECI IL LABBRO STORTO E SOFFERENTE DI STALLONE!!! DATECI LA MAGLIETTA DI LANA GREZZA ADERENTE E BUCHERELLATA!!! DATECI L'ELICOTTERO CHE SI SCHIANTA SULLE DOLOMITI!!!
RispondiEliminaAhahahhaha Frank, porta pazienza!
RispondiEliminaSto creando l'aspettativa per il mito del labbro storto di Sly!
Tra stasera e domani sarà pubblicato!
anch'io oggi sono andato di post sull'animazione. siamo sulla stessa lunghezza d'onda, o più o meno, visto che io ho dato qualche bottigliata alla tua adorata pixar uahahaha :D
RispondiEliminaCannibale, sei fortunato che oggi non debba recensire quella pippa di Donnie Darko! ;)
RispondiEliminaford, ma la scriverai mai una recensione di qualcosa che io abbia visto???
RispondiEliminaQuesto non l'ho visto, ma provvedeò sicuramente nei prossimi giorni!
RispondiEliminaA maggio vado in Giappone e non penso che mi farò mancare una visita al museo Ghibli!
Polly, questo potresti vederlo con le bambine, è interessante e educativo!
RispondiEliminaFeddy, beata te che vai in Giappone! Io punto a questo viaggio da anni, prima o poi ce la faremo anche noi di casa Ford! Poi fammi sapere se ti è piaciuto e come sarà la visita al museo Ghibli!
e stavolta ho ben tre cose (che hanno poco a che fare con il post) da dire:
RispondiElimina1) come Polly non l'ho visto;
2) Donnie Darko non mi è dispiaciuto (anche se...);
3) stranamente ho visto Una tomba per le lucciole.
Bert, secondo me hai molto più di tre cose, da dire. ;)
RispondiEliminaPer il resto:
1) Pom poko l'ho visto anche io la prima volta ieri sera.
2) Donnie Darko è carino, ma niente di più della fama eccessiva che ha.
3) Cosa ne pensi di Una tomba per le lucciole?
Polly... eheheh... :D
RispondiEliminaEccone un altro che non l'ha visto... Aggiungo all'interminabile elenco dei film da vedere! ;)
Non lo conoscevo, e Una tomba per le lucciole devo ancora vederlo!
RispondiEliminaVince, i film da vedere non finiscono mai, per fortuna!
RispondiEliminaOttimista, Una tomba per le lucciole è un indispensabile, ma anche Pom Poko non sfigura affatto!
penso che sia un film che non vuole fare altro che raccontare una storia; una storia commovente e narrata in maniera letterale e diretta (per i miei gusti forse un po' troppo entrambe le cose).
RispondiEliminaDiciamo che l'ho trovato interessante, ma non è uno dei miei preferiti, sono più un tipo da La città incantata, giusto per rendere l'idea.
Bert, posso capirti.
RispondiEliminaAnche io, se dovessi scegliere, metterei Totoro davanti a tutti.
C'è di buono, però, che al di là delle differenze di gusti e sensibilità, tutti questi lavori siano una gioia per gli occhi e il cuore.