E' davvero strana, la vita.
A volte, viaggiando e cercando la nostra destinazione, incrociamo il destino con una persona, e magari senza saperlo, finisce che scopriamo che, soprattutto e nonostante tutto, è proprio lei, quella persona.
E d'un tratto ci passa la voglia di viaggiare per conto nostro, o scopriamo che è meglio farlo in due, nello specifico con la suddetta accanto.
Capita anche che il nuovo cammino sfiori o s'intersechi con quello di altre coppie, famiglie, realtà apparentemente normali - così come la nostra - senza che mai davvero normale ci appaia, e a volte con le buone, a volte con le cattive entri oppure esca dalla nostra vita.
Away we go è un film che, senza troppi giri di parole, parla di questo viaggio.
Un viaggio che conosciamo come le nostre tasche, perchè ne copriamo una tappa ogni giorno, eppure misterioso nel nostro o nell'altrui percorso.
E così come Burt e Verona, anche io mi sono trovato spiazzato, durante tutta la prima parte, quasi fossi stato catapultato in salotti che non sono i miei, o costretto ad osservare problemi e soluzioni lontane dal modo che in casa Ford abbiamo di pensare, o riflettere su nervi scoperti che possono coinvolgere in prima persona chi guarda.
Mi sono trovato spiazzato, senza sapere bene che pesci prendere, con quest'ultimo lavoro di Sam Mendes.
Non c'è la furbesca malincoironia di American beauty, manca la confezione di Era mio padre - a mio parere il suo unico film davvero deboluccio -, siamo lontani dalla cronaca di Jarhead, o dalla potenza drammatica di Revolutionary road - al contrario, la sua opera migliore -.
Pare quasi di galleggiare sospesi in aria, o, per l'appunto, di viaggiare senza una meta precisa, spinti da una ricerca che non si sa per quale motivo ci abbia messo sulla strada.
Poi, passo dopo passo, come un carattere che si forma, ecco che il peregrinare comincia a trovare i suoi spazi, i silenzi, le risate, le lacrime, le paure: cominciano a notarsi l'eleganza della fotografia, o la sospesa bellezza della colonna sonora, insieme alla consapevolezza del perchè le cose stanno cambiando.
Il viaggio non porta all'esterno, quanto all'interno.
E in mezzo a tutti quei cammini paralleli o perpendicolari al nostro, a quelle vite affini o clamorosamente distanti, ai giudizi e ai sentimenti, alle città e ai climi differenti, quello che conta è il nostro posto, la nostra casa.
Quello è il luogo che solo noi conosciamo, o conosceremo.
Il luogo in cui ridere per qualcosa che ha senso solo per noi, al quale chiedere asilo, rifugio, conforto, o la sensazione di pienezza data dalla consapevolezza di essere dove si sente davvero di stare, e chissà, forse ci si è proprio nati.
Away we go è un piccolo film, niente che rimarrà negli annali del Cinema.
Eppure appare sincero, così com'è, con tutti i suoi pregi e difetti, come sono le nostre vite, e quelle degli altri.
Away we go è un viaggio.
Away we go è un racconto sul ritorno.
Perchè non c'è verso: per quanto si possa andare lontano, a casa si finisce per tornare sempre.
MrFord
P.S. Non crediate che abbia rinnegato la mia aura bottigliesca per questa sviolinata romantica, e giusto per non smentirmi aggiungo giusto due postille: ho volutamente lasciato il titolo originale, perchè trovo indegno e inutile adattare Away we go con American life soltanto perchè il regista è lo stesso, per l'appunto, di American beauty, e la sceneggiatura di Eggers&Vida è terribilmente, nonostante i passaggi più riusciti, radical chic finto alternativa. Bottigliate ai due scrittori, probabilmente pieni di se come i rincoglioniti che rifiutano le carrozzine.
Così, giusto per non farvi pensare che mi sia rammollito.
"Torno subito, resto ancora un attimo,
devo dare un'altra occhiata al mondo, poi tornerò
vieni con me, vieni con me, ti va."
Max Pezzali - "Torno subito" -
1° e ultimo buon proposito del 2011: non leggere questa recensione fino a quando non avrò visto questo film.
RispondiEliminaInfluenza esci da questo corpo!
Sabine, di solito cerco di non spoilerare nulla, vado più a impressioni che non a trama.
RispondiEliminaAd ogni modo, quando l'avrai visto potrai tornare a dire la tua!
Letta! Niente spoiler. :D
RispondiEliminaQuesto voglio vederlo!
guarda meriti due bottigliate solo per aver citato max pezzali e per "furbesca malincoironia di american beauty" :D
RispondiEliminaOttimista: è davvero un buon film, sentimento e autorialità. Goditelo, magari in compagnia.
RispondiEliminaCannibale: guarda che di American beauty mica parlavo male! E' solo un pò furbetto! ;)
E poi non si può non citare Max Pezzali, uno dei miti della mia generazione di vecchietti!
Concordo con Cannibale, la citazione di Max Pezzali te la potevi risparmiare! Altro che bottigliate, calci in... Comunque scaricherò questo film! Guarda che regalo ti faccio per il nuovo anno (e poi non dire che non ti penso):
RispondiEliminahttp://www.80stees.com/products/Sketch-Teen-Wolf-T-shirt.asp
Auguri e figli maschi, a te e alla sciura!
T.
Vecchio Tommy Boy, la maglietta è stupenda!
RispondiEliminaPer quanto riguarda Max Pezzali sai che continuerò a difenderlo, e se non ti basta appena ci vediamo lascio da parte le bottigliate e ti stronco sul campo di basket, vecchio ciabattone!
A proposito, a quando questo addio al celibato!?
ciau whiterussian! complimenti come sempre per le tue recensioni, mi ricordo bene dei tuoi testi e sono lieto di averti "incontrato" nuovamente sul web, non sapevo di questo blog ;)
RispondiEliminaancora complimenti e a presto,
marco
CN
Tornare a casa, dopo un viaggio, è il modo migliore per rendersi conto d'essere partiti.
RispondiEliminaMarco Michele: mi cogli di sorpresa, ma del resto, vecchiaia che avanza e drinks a volte rendono difficoltoso ricordare.
RispondiEliminaDove mi hai già letto!?
Spero comunque di risentirti presto da queste parti!
Madame_S: concordo in pieno. Benvenuta da queste parti, ripassa quando vuoi.
Appena lo so anche io, sarai il primo a saperlo! ;)
RispondiEliminaBene, mi preparo a farti tornare a casa con il fegato a polpettine!
RispondiEliminaEhm...io non sono una vecchietta ma anche per me Max Pezzali è un mito dell'adolescenza (probabilmente sarà colpa dell'influenza di mio fratello che aveva tutte le cassette e le ascoltava all'infinito). Detto questo, conto di vedere il film in settimana visto che Dave Eggers è autore che (in linea di massima) mi incuriosisce, soprattutto dopo aver letto il suo libro più famoso (L'opera struggente di un formidabile genio). Ti farò sapere ;).
RispondiEliminaEvaLuna: benissimo! Anche se non sei vecchietta tuo fratello ha fatto solo che bene consumando le cassette del vecchio Max!
RispondiEliminaEggers è un pò troppo radical chic, per me, ma il film merita.
Fammi sapere quando lo vedi!
Sono entrata al cinema dopo aver finito di discutere circa la possibilità di trasferirmi a Barcellona con lo pseudo compagno.
RispondiEliminaLui mi ha risposto: organizzati da sola.
E pensare che a me, la voglia di viaggiare per conto mio, è passata da un sacco.
Hai ragione quando dici che Away we go non rimarrà negli annali del cinema. Però, per 1 ora e 40 minuti mi ha fatto stare piacevolmente away dalla fredda realtà.
Sabine: la realtà, a volte, è qualcosa che dobbiamo lasciarci indietro per trovare la nostra strada, o la nostra casa.
RispondiEliminaAnni fa, proprio in un viaggio da solo, a Barcellona - la città più bella del mondo -, riscoprii me stesso.
Fossi in te partirei.
Se c'è un posto in grado di aprire nuovi orizzonti, è proprio la città catalana.
a me hanno divertito molto due spezzoni in sequenza che ho visto! mea culpa! ma sarei andata a pelle e ad occhio… la locandina è meravigliosa, mi ricorda Jules et Jim! :)
RispondiEliminaPetrolio, concordo rispetto alla locandina.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il film, recuperalo in toto, vale sicuramente almeno una visione!