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giovedì 9 dicembre 2010

Draquila - L'Italia che trema

Una premessa fondamentale: per quanto d'accordo possa essere, detesto profondamente film e documentari spudoratamente di parte - alla Fahrenheit di Michael Moore, per intenderci -, perchè gli stessi hanno lo straordinario potere di rendere più potenti gli oggetti della loro ira cinematografica agli occhi dell'opinione pubblica, che, in genere, si rifugia, al contrario, in personaggi di dubbia moralità e gusto capaci però di trasmettere loro le paure ed i sogni giusti per avere quel voto in più in grado di garantire anche un solo giorno aggiunto di potere.
Il documentario di Sabina Guzzanti sulla vicenda agghiacciante che circonda il capoluogo abruzzese, il terrificante terremoto della primavera 2009 e gli affari che gravitarono - e gravitano - intorno allo stesso non appartiene alla schiera di cui ho appena parlato.
Non stiamo parlando dell'opera di un nuovo Herzog, s'intenda, ma Draquila riesce, nonostante le dichiaratissime posizioni politiche, a non dimenticare che esiste anche un'altra parte,  e che una pellicola a senso unico non fa che rendere la stessa più forte.
La speculazione avvenuta sul dramma di persone che da un giorno all'altro, se fortunate, si videro private della casa di una vita - se non delle esistenze dei loro cari - assume connotazioni agghiaccianti e grottesche ad un tempo, con le proteste tenute fuori dai telegiornali ed i ringraziamenti di chi crede che il premier sia una sorta di "uomo dei miracoli" in grado di fare tutto, ma proprio tutto, e che le magagne, le indagini, le prove contro di lui siano tutte una montatura di invidiosi e sovversivi.
Onestamente, non voglio che questo sia un blog politico: ho sempre avvertito una profonda allergia alla grande macchina innestata dal motore dei partiti e delle credenze culturali italiane, dai tempi in cui vedevo un sacco di compagni di scuola votare l'occupazione per poi sbattersene dei problemi che facevano loro da manifesto - e dunque essere contro, per sentirmi a posto rimanendo a casa una settimana o due - al servizio civile, quando dovetti dividere il lavoro con obiettori di estrema destra poco vogliosi di confrontarsi con le sveglie e la disciplina militare o che non potevano permettersi di alzarsi la mattina presto per accompagnare i disabili, perchè "io ho una vita notturna".
Ho sempre apprezzato poco la politica ed i suoi esponenti, che in quanto esseri umani continuano, per la maggior parte, a non essere in grado di dominare i loro difetti da comuni mortali per apparire come esseri quasi divini, intoccabili e ghignanti al punto tale da risultare troppo per qualsiasi Padrino brandiano o Scarface idolo dei giovani tamarri delle periferie.
Non farò nomi, in questo post, perchè l'Abruzzo, l'Italia ed il mondo sanno già di chi sto parlando, anche quando non lo ammettono.
Non farò nomi perchè non voglio che quello che scrivo sia troppo di parte per risultare incisivo.
Spenderò solo due parole a proposito della Chiesa, che in Italia governa quasi facesse parte di uno Stato laico come il nostro.
Una Chiesa che mangia dalle nostre tasse soldi che chiede a tanti cittadini che già destinano alla suddetta l'otto per mille.
Una Chiesa che è come una loggia massonica unita a quelle che già manovrano il paese, e che, probabilmente, dopo questa frase farà sì che il mio blog chiuda i battenti.
Spero almeno che si dia il tempo, la signora Chiesa, di leggere fino in fondo.
Perchè la colpa di tutto questo è solo nostra.
Non del terremoto, o degli "eventi speciali" per i quali la Protezione civile ha poteri dittatoriali.
Di come stanno le cose.
E' solo colpa nostra se chi è al potere è al potere.
E' solo colpa nostra se la Chiesa fa sempre il tutto esaurito.
Nostra, e delle nostre paure.
Di credere in certe promesse solo perchè si arriva con il fiato corto a fine mese.
Succede sul lavoro, nella vita di tutti i giorni, e anche in politica.
So bene che le regole sono queste, è umano.
Ma non neghiamo le nostre responsabilità.
La strada spianata, a chi sta in cima, l'abbiamo fatta trovare noi.
Quando saremo stanchi, decideremo quale strada imboccare.
Lo dice il signore in chiusura di questa pellicola: "Si dice che prima o poi cadrà, che le cose cambieranno. Ma non cambiano. E chi è in cima continua a durare."
Siamo noi i responsabili.
E solo noi potremo cambiare le cose.
Prima o poi.
Basta proporre o sostenere qualcuno che sia più in grado di dominare i suoi difetti di essere umano, e preoccuparsi solo - o nella maggior parte - delle responsabilità.
Basta svuotare le chiese, e cominciare a credere che la nostra religione sia la casa che paghiamo ogni mese, e le persone che amiamo accanto a noi.
Moriamo tutti, anche loro.
E in questo non ci saranno differenze.
Neppure chi sta in cima può vincere questo.
O farci credere che ci sarà un Paradiso dove tutti saremo uguali e felici.
Dobbiamo imparare a credere a questo, prima che alle loro case, ai loro soldi, alle loro parole.
Dobbiamo imparare ad essere umani, e mostrare anche noi quello che possiamo fare.
In fondo, siamo e saremo sempre, da qualunque parte politica si possa essere, più sinceri di loro.


MrFord


"Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede."
Francesco Guccini - "Dio è morto" -


 

6 commenti:

  1. Sarà che son troppo di parte, ma a me invece esaltano di brutto i documentari schierati a sinistra. :)
    O comunque schierati contro il Potere.
    Non so, ma mi ricordano il genere distopico.

    Ma concordo sulla tua tesi del "li rende più forti".

    Ode a Guccini.

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  2. L'Italia è una Repubblica LAICA fondata sul LAVORO.
    E che cazzo!

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  3. ma non ti sembra che la guzzanti sia troppo radical chic? :)

    il film mostra alcune cose che fanno riflettere molto, ma da un punto di vista cinematografico non mi è sembrato eccelso, a parte giusto la prima scena che sembra proiettarci dentro un horror

    nel genere ho preferito videocracy

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  4. Dembo: Guccini grandissimo. Per il resto, ormai sono convinto che contro il Potere, quello grosso ed occulto, brutto e cattivo, si schiera soltanto la gente, a prescindere dalla politica. Chi se lo trova per le mani, se lo gode e basta alla facciazza nostra.

    Julez: concordo in pieno. Via la Chiesa dall'Italia.
    Chiudiamo i confini del Vaticano.

    Cannibale: è vero, cinematograficamente non è un granchè, ma si riflette volentieri su tutte queste cose che fanno pensare ed incazzare allo stesso tempo.
    Videocracy non l'ho ancora visto, rimedierò.

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  5. Bellissimo post! Mi dispiace che sia stato snobbato perchè liquidato come "troppo di sinistra", in realtà, come dici tu, fa capire che c'è pure un'altra parte e in più è assai critico anche nei confronti della parte politica a cui la Guzzanti appartiene. Videocracy, cinematograficamente parlando, l'ho trovato molto minore

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  6. Perso, muchas gracias!
    Verrò a visitare il tuo blog, che ho trovato interessante, nonostante l'opinione negativa su Sogni e delitti, che invece io ho trovato piacevole!
    Ad ogni modo, un documentario dovrebbe sempre tenersi il più possibile al di sopra delle parti, anche quando è schierato!

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