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lunedì 21 giugno 2010

Ninja assassin

C'era una volta James McTiegue, allievo che superava i maestri - i fratelli Wachowski, creatori della troppo osannata trilogia matrixiana - sfornando un action movie di livello davvero sorprendente qualche anno fa, in un periodo politicamente rischioso, raccontando le gesta di V, leggendario personaggio orwelliano creato dal genio Alan Moore negli anni '80 sulle pagine di una delle graphic novel più importanti dell'ultimo quarto di secolo di fumetto.
V per vendetta aveva tutti i contenuti del cinema d'azione in senso classico, ma riusciva a catturare con un ritmo vertiginoso e contenuti morali profondi anche il pubblico più ricercato.
C'era una volta, per l'appunto.
Perchè il secondo film di James McTiegue è Ninja assassin.
Che non è esattamente in grado di suscitare nello spettatore le stesse emozioni del suo predecessore.
Peccato davvero, perchè gli effetti e le parti dedicate all'azione c'erano tutte - i ninja che entrano ed escono dalle ombre e i combattimenti al limite del gore sono davvero notevoli -, così come le idee di base - vendetta, riscatto morale, perdita e riconquista dei valori umani -: ma la sceneggiatura - firmata Sand&Straczynski, che chissà mai cosa si sarà fumato prima di mettersi a scrivere questa - e la lenta, inesorabile debacle all'interno dei clichè del film di genere cui si assiste nella seconda parte inabissano inesorabilmente risultato e regista.
Nonostante, dunque, un inizio tutto sommato gradevole capace di richiamare - pur se con i debiti paragoni - Batman begins e il confronto fra la volontà di Wayne di raddrizzare i torti e quella della setta delle ombre di porsi oltre la giustizia, il tentativo di inserire nella storia elementi da spy story - imbarazzante tutta la parte dedicata alle indagini e alle pressioni sugli agenti che decidono di schierarsi al fianco del ninja ribelle Raizo - e la susseguente discesa negli abissi dell'action movie con il protagonista che prende un sacco di botte tanto alla fine ce la fa sempre, perchè gli altri sono mille ma nessuno è come lui diventa, purtroppo, di una disarmante banalità capace solo parzialmente di essere coperta dai fiumi di sangue in pieno stile Kill Bill che sprizzano in ogni dove.
Rientriamo sempre - bene assicurarlo - nel calderone dei titoli inutili in una videoteca personale ma ugualmente innocui, capaci di fare il loro mestiere riempiendo una serata il cui primario bisogno è dato dal profondo relax.
E, come sempre, la durata non eccessiva è un pregio da non sottovalutare.

"I've been watching,
I've been waiting,
in the shadows for my time."
MrFord

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