Il terzo appuntamento con i Ford Awards è quello che, forse, è più cambiato nel corso degli anni: ai tempi in cui aprì il Saloon, questa classifica era dedicata a ciò che la scellerata distribuzione italiana ignorava, a tutto quello che noi della blogosfera sognavamo di vedere in sala e che, al contrario, finiva per dover essere recuperato per altre vie: ad oggi, invece, a fare la parte del leone in questa top ten sono le produzioni legate ai grandi network come Prime e Netflix, che negli ultimi anni hanno imposto una nuova realtà e un nuovo modo di concepire il Cinema lontano dalle poltroncine e dal buio in sala.
MrFord
N°10: TRIPLE FRONTIER di J.C. CHANDOR
Apre la classifica, per l'appunto, un prodotto targato Netflix, firmato da un regista noto ai cinefili come Chandor e portato sullo schermo da un cast d'eccezione e dal grande richiamo sia per il pubblico maschile che femminile: un action thriller di stampo militare che riprende alcune atmosfere delle grandi serie sempre della scuderia Netflix - Narcos su tutte - e le mescola al tipico prodotto da adrenalina e amicizia virile che tanto funziona.
In realtà non funziona proprio tutto, ma come prodotto d'intrattenimento fa decisamente il suo sporco lavoro.
N°9: LA NOTTE SU DI NOI di TIMO TJAHJANTO
Altro giro, altra produzione Netflix.
Il mitico Iko Uwais, nuovo volto del Cinema di botte orientale, è tra i protagonisti di una pellicola tosta e violenta che idealmente rientra nella grande tradizione che dall'Hard Boiled di John Woo ci ha portati ai due The Raid.
Gli spunti buoni non mancano, le parti coreografate alla grande anche, forse si pecca un pò troppo in materia di aspettative - anche e soprattutto da parte degli autori - e manca la mano di qualcuno davvero in grado di fare la differenza - mi viene da chiedermi cosa sarebbe stato questo film in mano a gente come Jonnie To -: ad ogni modo, per chi ama il genere, un prodotto solido e affidabile.
N°8: HIGHWAYMEN - L'ULTIMA IMBOSCATA di JOHN LEE HANCOCK
Altro prodotto di genere ed altro prodotto solido targato Netflix, che sfrutta due volti noti e amati dal pubblico come Harrelson e Costner per raccontare la storia di Bonnie e Clyde da un punto di vista mai portato sullo schermo prima, quello dei tutori dell'ordine.
Forse non un film per tutti, troppo classico per i radical e troppo lento per il pubblico occasionale, ma davvero una chicca per chi, come questo vecchio cowboy, si ricorda e molto bene di un certo Cinema made in USA, spigoloso e tosto ma dal respiro sconfinato come il territorio dove da sempre guardie e ladri, esercito e nativi, tutori dell'ordine e fuorilegge si combattono.
N°7: ANDRE THE GIANT di JASON HEHIR
Per un appassionato di wrestling come il sottoscritto, un documentario incentrato su una delle prime figure che resero mitica questa disciplina agli occhi del Ford bambino è praticamente un rigore a porta vuota, specie se targato HBO e realizzato con criterio, voglia di raccontare ed una partecipazione emotivamente potente.
Se, poi, a tutto questo, si aggiunge lo spessore di un personaggio strabordante non solo per la stazza, un uomo che amava la vita ed amato da colleghi ed amici, il gioco è fatto: Andre, nato sulle montagne francesi e vittima del suo gigantismo, era un compagno solare e vitale, un bevitore da record - pare superò le cento birre una notte in Francia dopo un grande evento di wrestling - ed uno di quegli uomini che fino all'ultimo secondo afferra la vita a piene mani.
E questa passione si sente tutta.
N°6: DRAGGED ACROSS CONCRETE di S. CRAIG ZAHLER
Zahler, regista molto pulp e pure troppo clamorosamente ignorato dalla distribuzione italiana già noto a questa classifica - Bone tomahawk resta uno dei cult nascosti che ho più adorato negli ultimi anni -, torna alla carica con un poliziesco violento e pessimista, che sfrutta l'ormai attore feticcio del regista Vince Vaughn ed un sempre folle al punto giusto Mel Gibson, dal ritmo rarefatto e dall'escalation senza freni nel finale.
L'unica vera pecca di questo lavoro sta nel ricalcare in modo decisamente netto lo schema già usato da Zahler nel già citato Bone tomahawk e nel successivo Cell Block 99, finendo dunque, agli occhi dei fan più hardcore, per risultare un pò ripetitivo.
N°5: EL CAMINO di VINCE GILLIGAN
Per chi non lo sapesse, o fosse tanto scellerato da ignorarlo, Breaking Bad è stata una delle serie più importanti mai trasmesse sul piccolo schermo, e ancora oggi una delle tre che chiunque dovrebbe vedere almeno una volta nella vita.
A distanza di qualche anno dallo splendido finale con il quale si congedarono dal pubblico Walter White e Jesse Pinkman il creatore della serie Vince Gilligan ci mostra cosa accadde a seguito di quei fatti al più giovane della coppia di cuochi di metanfetamina più noti della tv: un thriller crepuscolare e malinconico ma non privo di speranza, arricchito da un paio di sequenze da antologia - il duello in stile western è una perla - e da una tensione ben tenuta, che ha il suo limite solo nell'apparire come merce esclusiva dei fan hardcore della serie.
N°4: THE DIRT di JEFF TREMAINE
E a cavallo tra il Freddy Mercury di Bohemian Rhapsody e l'Elton John di Rocketman, a sorpresa giungono a divertire, sorprendere e colpire, pur se con una pellicola sopra le righe ed imperfetta come loro, i Motley Crue, band tra le più importanti dell'hair rock tamarro anni ottanta figlio degli eccessi e del larger than life senza limiti.
Una produzione alla quale non avrei dato due lire che, al contrario, si è rivelata genuina ed a suo modo magica nonostante si sia decisamente lontani dal Cinema d'autore e dalle produzioni che fanno gridare al miracolo gli appassionati ed i critici: una cosa pane e salame e molto rock come quelle che piacciono a me.
N°3: THE IRISHMAN di MARTIN SCORSESE
E alla fine, anche un Maestro come Martin Scorsese è approdato alla corte di Netflix. Segno, probabilmente, che il Cinema inteso come grande distribuzione in sala sta cambiando, e che prima o poi dovremo tutti abituarci anche a queste nuove strade.
Il buon Marty, però, dal canto suo arriva a questo cambiamento portando sugli schermi una pellicola profondamente classica, non facilmente affrontabile per minutaggio e densità, che parte molto in sordina - io per primo ammetto di aver più volte pensato come mai ci fosse bisogno di una nuova versione di Quei bravi ragazzi e Casinò trent'anni dopo - ma che nel finale mostra tutta la grandezza del Cinema di Scorsese.
Certo, acclamarlo come fosse un miracolo come molti critici hanno fatto mi pare eccessivo, ma la potenza c'è ancora tutta.
N°2: CLIMAX di GASPAR NOE'
Ho sempre avuto un debole per le sfide lanciate ad ogni pellicola di Gaspar Noè.
Un autore molto di nicchia, molto radical, eppure passionale e "carnivoro" come solo qualcuno che adora vivere e raccontare può essere.
E Climax è un'espressione perfetta del suo Cinema estremamente tecnico eppure carnale, fisico, quasi porno, per certi versi, siano essi mentali o pratici: un lavoro ipnotico e caldo, che prosegue nella ricerca compiuta dall'autore nel corso della sua carriera, ennesima conferma del suo talento.
N°1: LORDS OF CHAOS di JONAS AKERLUND
Probabilmente da queste parti la vicenda che coinvolse e sconvolse la Norvegia per bene ai tempi di Euronymous e Burzum non è così nota, fatta eccezione per i fan più accaniti di un certo tipo di metal: una storia sanguinosa e decisamente agghiacciante, emblema di un disagio sociale cresciuto in seno ad una delle società più avanzate che si possano trovare ora sul pianeta.
Jonas Akerlund, regista nato con i videoclip ed appassionato di musica, porta in scena la versione "dall'esterno" della storia regalando momenti di critica sociale asprissima, grottesco tarantiniano, orrore puro, passaggi che hanno riportato alla mente del vecchio cowboy cose grosse come Henry pioggia di sangue.
Una pellicola da noi neppure distribuita e tremendamente sottovalutata, di una potenza davvero enorme.
I PREMI
Miglior regia: Gaspar Noe per Climax
Miglior attore: Emory Cohen per Lords of Chaos
Miglior attrice: Sophia Boutella per Climax
Scena cult: l'omicidio di Euronymous, Lords of Chaos
Fotografia: Climax
Miglior protagonista: Jesse Pinkman, El Camino
Premio "lo famo strano": il cast di Climax
Premio "ammazza la vecchia (e non solo)": Burzum, Lords of Chaos
Migliori effetti: Dragged across concrete
Premio "profezia del futuro": Climax
Miglior attore: Emory Cohen per Lords of Chaos
Miglior attrice: Sophia Boutella per Climax
Scena cult: l'omicidio di Euronymous, Lords of Chaos
Fotografia: Climax
Miglior protagonista: Jesse Pinkman, El Camino
Premio "lo famo strano": il cast di Climax
Premio "ammazza la vecchia (e non solo)": Burzum, Lords of Chaos
Migliori effetti: Dragged across concrete
Premio "profezia del futuro": Climax
Standing ovation per Sofia Boutella: attrice meravigliosa sotto ogni aspetto! <3
RispondiEliminaConcordo in pieno. :)
EliminaE li vedrò tutti per altre vie se non passeranno da circuiti "liberi" o satellitari..
RispondiEliminaIl bello di scoprire titoli al di fuori della distribuzione delle sale è proprio questo!
EliminaHo visto solo The Irish Man e The Dirt, ne ho da recuperare!
RispondiEliminaDirei proprio di sì! :)
EliminaAnche qui, mi ripeto: scelte davvero fordiane. Troppo per me. Anche se non riesco più a distinguere fra quello che esce in sala e quello che si trova su Netflix. E spero sempre in una distribuzione per quello che resta fuori quindi nemmeno quest'anno ho fatto una classifica simile.
RispondiEliminaA proposito, mi pare Climax sia riuscito ad uscire nei nostri cinema, ma probabilmente in quelle due-tre copie che va bene anche messo qui.
Io sono rimasto affezionato a questa classifica, nata all'inizio quando ancora la differenza tra sala e non era più netta. Adesso forse avrebbe più senso un classificone totale, e chissà che dal 2020 non possa essere così!
EliminaThe Dirt devo assolutamente vederlo. Adoro i biopic sulle rockstar. Grazie di avermelo ricordato
RispondiEliminaFigurati! Oltretutto è molto divertente!
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