venerdì 17 novembre 2017

BoJack Horseman - Stagione 2 (Netflix, USA, 2015)





Avvicinarsi ad un personaggio come BoJack Horseman è stato come arrivare al momento, il giorno dopo una sbronza epocale, in cui giuri a te stesso che una situazione come quella non si verificherà mai più, che non starai più così male da avere la nausea solo a pensare di portare un bicchiere alla bocca, che non dovrai più pentirti di avere inviato messaggi a tappeto a tutta quella parte di rubrica telefonica alla quale non dovresti mai più mandare messaggi in generale, che l'alcool non ti avrà, perchè tu sei nel pieno controllo delle tue facoltà fisiche e mentali.
Fino alla sbronza successiva.
Questo, in sostanza, è il vecchio BoJack.
Un vero stronzo, uno più adatto a distruggere e distruggersi che non a costruire qualcosa, incapace perfino di godersi davvero lo sforzo e la soddisfazione di prendere esclusivamente per il proprio piacere personale, un loser appartenente alla schiera dei famosi e dei vincenti, una sorta di cancro neppure troppo piccolo dell'anima.
Eppure, cazzo se si vuole bene, a quel bastardo quadrupede.
E se la prima stagione aveva impiegato qualche episodio ad entrare davvero nel cuore di questo vecchio cowboy, con la seconda è stato in qualche modo come tornare a casa, in bilico tra momenti clamorosamente divertenti - i due poliziotti che discutono a proposito del crossfit mi hanno fatto sbellicare - ed altri malinconici, struggenti e palesemente tristi, che rendono questa proposta targata Netflix il miglior drama mascherato da comedy grottesco che al momento si possa trovare sul piccolo schermo, pronto a dare una rappresentazione dei lati in grigio della vita reale quanto e più della maggior parte dei titoli "realistici" presenti in sala o identificabili nel vasto panorama delle serie televisive.
Merito, senza dubbio, di una scrittura profonda e sagace e di un protagonista perfetto nel suo essere la cosa più lontana dalla perfezione che possa esistere - splendido, in questo senso, l'ultimo episodio -, di comprimari indimenticabili - da Peanutbutter a Diane, passando per il mitico Todd e Princess Caroline, ma siamo solo alla punta dell'iceberg di un cast che vede addirittura comparire Salinger - e di uno spirito che è quello della Letteratura americana di rottura che passa da Bukowski e porta dritti al cantautorato di gente che amo incondizionatamente come Warren Zevon: artisti che hanno conosciuto più la sconfitta che non la vittoria, spigolosi e difficili da affrontare, eppure traboccanti passione come pochi altri, e come quasi nessun "vincente" per la società è in grado di portare a chi lo ascolta, o legge, o segue.
BoJack è proprio così. Che lo si voglia o no.
E' il cocktail o lo shot di troppo quando si è già pieni oltre i propri limiti, il passo oltre che rovina completamente la potenziale conquista data per certa, la sconfitta all'ultimo minuto di una partita già vinta, e se dovessi pensare agli anni novanta che lo videro protagonista con Horsin' Around, direi quel famoso Ironic che è il fulcro di un pezzo storico e splendido del periodo.
Peccato solo che, quando BoJack entra in azione, l'ironia sia solo una cornice, e resti una tristezza difficile da mandare giù anche per gli stronzi più resistenti in circolazione.
E' roba forte, questa.
E non capirlo al volo può finire per essere decisamente più pericoloso di capirlo.





MrFord




 

12 commenti:

  1. La seconda stagione penso che sia ancora migliore, ma va in crescendo questa serie, sono felice che ti stia piacendo ;-) Cheers

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    1. Sono felice anch'io. E appena posso parto anche con la terza! :)

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  2. Personalmente lo adoro e stagione dopo stagione sembra migliorare ancora di più.

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    1. Ho notato anch'io un miglioramento. Speriamo continui così!

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  3. Apprezzo sempre più BoJack Horseman. La Seconda Stagione è stata la conferma dello show.

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  4. Ti avevamo avvertito che si andava sempre meglio, anzi, sempre peggio dal punto di vista della depressione e della malinconia. Dici bene, impossibile non amarlo questo bastardo di un cavallo!

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    1. Impossibile davvero. Entra dritto nella cerchia dei Frank Gallagher. ;)

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  5. Non saprei dire la stagione che preferisco, sarà che le ho viste come un unico grande film. Ogni volta, mi spezza in due però.

    Era da un po' che volevo consigliarti un piccolo film, The Hero, che BoJack me l'aveva ricordato. Con Sam Elliott. Arie indie, ma fordianissimo.

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    1. Mi segno il film, e concordo in pieno sul resto. Gran personaggio.

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  6. Ancora non mi capacito del fatto che tu abbia iniziato a vedere BoJack, e che ti piaccia pure.
    Non è una serie troppo anni '90, indie e radical-chic, oltre a essere un tipo d'animazione troppo anti-Pixar e anti-bambinate, per te? :)

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    1. Sei tu che hai limiti e pregiudizi, non io, caro MrCannibalButter. ;)

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