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lunedì 27 febbraio 2017

Oscar 2017: La La L'Academy fordiana







 





E così, tra polemiche, apparenti complotti politici, controversie e discutibili figure di vecchie glorie si è consumata quella che è stata forse la mia edizione preferita - in quanto a risultati - della Notte degli Oscar degli ultimi dieci o quindici anni.
Molti dei favoriti fordiani sono tornati a casa con la statuetta, e nonostante non abbia vinto il film migliore - quelli erano, senza ombra di dubbio, La La Land e Arrival - ha trionfato quello che è riuscito a toccarmi di più.
Ad ogni modo, vediamo com'è andata categoria per categoria.





 Miglior film
Academy: La La Land
Ford: Moonlight

Ha vinto: Moonlight

A prescindere dalle questioni legate alla politica - che non mi paiono così evidenti - ed alla gaffe clamorosa di Warren Beatty, sono felicissimo che a vincere sia stato Moonlight, certamente non il film migliore - come già scritto e ripetuto, La La Land e Arrival erano su un altro pianeta per tutti - ma quello con il cuore più grande, almeno per quanto mi riguarda.

L'ultima volta in cui sono stato così felice per la statuetta del miglior film credo sia stata quella di Million Dollar Baby. Di anni ne sono passati parecchi.

 Miglior regista

  • Denis Villeneuve (Arrival)
  • Mel Gibson (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Damien Chazelle (La La Land)
  • Kenneth Lonergan (Manchester by the Sea)
  • Berry Jenkins (Moonlight)
Academy: Damien Chazelle
Ford: Damien Chazelle

Ha vinto: Damien Chazelle

Sacrosanto ed indubbio a quello che è diventato il più giovane regista a conquistare la statuetta.

Poco importa che non abbia vinto il suo film: Chazelle ha un futuro più che luminoso.
 
Miglior attore protagonista

  • Casey Affleck (Manchester by the Sea)
  • Andrew Garfield (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Ryan Gosling (La La Land)
  • Viggo Mortensen (Captain Fantastic)
  • Denzel Washington (Fences - Barriere)
Academy: Denzel Washington
Ford: Viggo Mortensen

Ha vinto: Casey Affleck
 




Una delle vittorie che meno mi aspettavo, considerate le recenti vicende del fratellino di Bisteccone Ben. Ad ogni modo, pur non avendo visto premiato il mio favorito, sono molto contento: l'interpretazione di Affleck in Manchester by the sea spacca forte.


Miglior attrice protagonista
  • Isabelle Huppert (Elle)
  • Ruth Negga (Loving)
  • Natalie Portman (Jackie)
  • Emma Stone (La La Land)
  • Meryl Streep (Florence)
Academy: Natalie Portman
Ford: Emma Stone

Ha vinto: Emma Stone

Felicissimo prima di tutto per la mancata statuetta all'odiosa Streep, mi dispiace per la bravissima Portman - che in Jackie è da brividi - ma in festa per Emma Stone, che in La La Land ha forse regalato la sua migliore interpretazione finora.


Miglior attore non protagonista

  • Mahershala Ali (Moonlight)
  • Jeff Bridges (Hell or High Water)
  • Lucas Hedges (Manchester by the Sea)
  • Dev Patel (Lion - La strada verso casa)
  • Michael Shannon (Animali notturni)
Academy: Mahershala Ali
Ford: Mahershala Ali

Ha vinto: Mahershala Ali

Uno dei premi che ho apprezzato di più.

Ali, che seguo dai tempi in cui faceva in caratterista in proposte televisive poco note, ultimamente pare aver dato un'accelerata non indifferente alla sua carriera, e l'intepretazione di Juan in Moonlight è da brividi, ovviamente e soprattutto in lingua originale.

 

Miglior attrice non protagonista

  • Viola Davis (Fences - Barriere)
  • Naomie Harris (Moonlight)
  • Nicole Kidman (Lion - La strada verso casa)
  • Octavia Spencer (Hidden Figures - Il diritto di contare)
  • Michelle Williams (Manchester by the Sea)
Academy: Viola Davis
Ford: Viola Davis

Ha vinto: Viola Davis

Come per l'Oscar alla regia di Chazelle, qui non c'erano proprio storie.

Ha vinto indiscutibilmente la migliore.

Miglior sceneggiatura originale

  • Taylor Sheridan (Hell or High Water)
  • Damien Chazelle (La La Land)
  • Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou (The Lobster)
  • Kenneth Lonergan (Manchester by the Sea)
  • Mike Mills (20th Century Women)
Academy: Kenneth Lonergan

Ford: Taylor Sheridan
Ha vinto: Kenneth Lonergan


Anche in questo caso pronostico azzeccato, anche se, per completare il gusto di una serata inaspettatamente molto fordiana, avrei apprezzato la vittoria di Hell or high water.

Ma in fondo poco importa: ha vinto Manchester by the sea, un film potente e sentito. Bene così.

Miglior sceneggiatura non originale

  • Eric Heisserer (Arrival)
  • August Wilson (Fences - Barriere)
  • Allison Schroeder e Theodore Melfi (Hidden Figures - Il diritto di contare)
  • Luke Davies (Lion - La strada verso casa)
  • Barry Jenkins e Alvin McCraney (Moonlight)
Academy: Eric Heisserer
Ford: Barry Jenkins e Alvin McCraney 

Ha vinto: Barry Jenkins e Alvin McCraney

Altro premio per il "mio" Moonlight, ed altra soddisfazione per una notte cui è mancato solo Sly premiato come Miglior attore non protagonista per riparare il torto dello scorso anno.

Miglior film in lingua straniera

  • Land of Mine – Sotto la sabbia (Danimarca)
  • A Man Called Ove (Svezia)
  • The Salesman – Il cliente (Iran)
  • Tanna (Australia)
  • Toni Erdmann – Vi presento Toni Erdmann (Germania)
Academy: Land of Mine - Sotto la sabbia
Ford: The Salesman - Il cliente

Ha vinto: The Salesman - Il cliente

In questo caso, felice che la vittoria sia andata a quello che era il mio favorito ideologicamente e cinematograficamente parlando pur non avendo visto nessuno dei candidati.

Grande Fahradi, decisamente piccolo Trump.

Miglior documentario

  • Fuocoammare (Gianfranco Rosi e Donatella Palermo)
  • I Am Not Your Negro (Raoul Peck, Rémi Grellety e Hébert Peck)
  • Life, Animated (Roger Ross Williams e Julie Goldman)
  • O.J: Made in America (Ezra Edelman e Caroline Waterlow)
  • 13th (Ava DuVernay, Spencer Averick e Howard Barish)
Academy: OJ: Made in America
Ford: tutto, tranne Fuocoammare

Ha vinto: OJ: Made in America
 
Non ha vinto Fuocoammare, che ho detestato.

Per me è già questo un successo.
Per il resto, pronostico azzeccato.

Miglior film d’animazione

Academy: Zootropolis
Ford: Oceania

Ha vinto: Zootropolis

Avrei preferito Oceania, da queste parti amatissimo, ma anche Zootropolis va più che bene.

In fondo, avevamo amato anche quello.

Migliore scenografia

Academy: La La Land
Ford: La La Land

Ha vinto: La La Land

Sui premi tecnici, poche discussioni. La La Land balla ad un altro livello.

Ovvero confermo quanto scritto domenica.


Migliori costumi

  • Joanna Johnston (Allied - Un'ombra nascosta)
  • Coleen Atwood (Animali Fantastici e dove trovarli)
  • Consolata Boyle (Florence)
  • Madeleine Fontaine (Jackie)
  • Mary Zophres (La La Land)
Academy: La La Land
Ford: La La Land

Ha vinto: Animali fantastici e dove trovarli

Una delle statuette più sorprendenti, a mio parere.

Mi è parso quasi più un dispetto a La La Land e Jackie, decisamente di un altro livello.


Miglior fotografia

  • Linus Sandgren (La La Land)
  • Bradford Young (Arrival)
  • Greig Fraser (Lion - La strada verso casa)
  • James Laxton (Moonlight)
  • Rodrigo Prieto (Silence)

Academy: La La Land
Ford: La La Land

Ha vinto: La La Land
 

Il premio era combattuto, ma ha vinto senza dubbio il migliore. O comunque, uno che spacca.


Miglior montaggio

  • Tom Cross (La La Land)
  • Joi McMillon e Nat Sanders (Moonlight)
  • John Gilbert (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Joe Walker (Arrival)
  • Jake Roberts (Hell or High Water)
Academy: La La Land
Ford: La battaglia di Hacksaw Ridge

Ha vinto: La battaglia di Hacksaw Ridge

Uno dei premi "azzeccati" per i quali mi posso più vantare: nell'anno del trionfo di La La Land per le categorie tecniche, non penso fossero poi in molti a pensare che a spuntarla sarebbe stato La battaglia di Hacksaw Ridge.

Che il film sia piaciuto oppure no, tecnicamente a mio parere non ci sono dubbi.


Miglior colonna sonora

  • Mica Levi (Jackie)
  • Justin Hurwitz (La La Land)
  • Dustin O'Halloran e Hauschka (Lion - La strada verso casa)
  • Nicholas Britell (Moonlight)
  • Thomas Newman (Passengers)
Academy: La La Land
Ford: La La Land 

Ha vinto: La La Land

Altro premio per il quale non c'era alcun dubbio.

Miglior canzone

  • Audition (The Fools Who Dream) (Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul) (La La Land)
  • Can't Stop the Feeling! (Justin Timberlake, Max Martin e Karl Johan Schuster) (Trolls)
  • City of Stars (Justin Hurwitz, Benj Pasek, Justin Paul) (La La Land)
  • The Empty Chair (J. Ralph e Sting) (Jim: The James Foley Story)
  • How Far I'll Go (Lin-Manuel Miranda) (Oceania)

Academy: Audition
Ford: Audition

Ha vinto: City of Stars

C'era soltanto da scegliere quale delle due canzoni tratte dalla colonna sonora di La La Land avrebbe vinto. Non ha vinto la mia preferita, ma poco importa. Meritatissimo.

Migliori effetti speciali

Academy: Rogue One: A Star Wars Story

Ford: Doctor Strange

Ha vinto: Il libro della giungla

Non ha vinto il titolo che avevo previsto, ne il mio preferito. Ma con i premi tecnici, e dopo una sequela di soddisfazioni come quelle di cui sopra, non posso certo lamentarmi. 

Miglior sonoro

  • Andy Nelson, Ai-Ling Lee e Steve A. Morrow (La La Land)
  • David Parker, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson (Rogue One: A Star Wars Story)
  • Kevin O'Connell, Andy Wright, Robert Mackenzie e Peter Grace (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Bernard Gariépy Strobl e Claude La Haye (Arrival)
  • Greg P. Russell, Gary Summers, Jeffrey J. Haboush e Mac Ruth (13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi)

Academy: La battaglia di Hacksaw Ridge

Ford: 13 hours: the secret soldiers of Benghazi

Ha vinto: Arrival

Unica statuetta arrivata allo splendido Arrival, che finisce per pagare lo scotto principalmente per essere uscito nell'anno di un altro filmone più "pop" come La La Land e di questi Oscar "controtendenza". Mi va bene così.

Miglior montaggio sonoro

  • Sylvain Bellemare (Arrival)
  • Wylie Stateman, Renée Tondelli (Deepwater - Inferno sull'oceano)
  • Robert Mackenzie, Andy Wright (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Ai-Ling Lee, Mildred Iatrou Morgan (La La Land)
  • Alan Robert Murray, Bub Asman (Sully)
Academy: La La Land
Ford: La La Land

Ha vinto: La battaglia di Hacksaw Ridge

Avrei detto La La Land, ma sono sfumature. Bis per i montaggi per la creatura di Mel Gibson. Ci può stare anche questo.

Miglior trucco e acconciatura

  • Eva Von Bahr e Love Larson (En man som heter Ove)
  • Joel Harlow e Richard Alonzo (Star Trek Beyond)
  • Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson (Suicide Squad)
Academy: En man som heter Ove
Ford: Star Trek Beyond

Ha vinto: Suicide Squad

Vittoria anche in questo caso per me a sorpresa, ma ancora una volta, talmente tecnica e poco incisiva rispetto ad altre che mi hanno riempito il cuore, che quasi mi viene da festeggiare ugualmente.

In alto i bicchieri, dunque, almeno qui al Saloon.


MrFord


P.S. So già che Cannibal la menerà all'infinito con l'impaginazione "creativa" fordiana. 
Perdonatemi, ma quando il computer non collabora, passo oltre la forma.


 

The Great Wall (Zhang Yimou, Cina/USA, 2016, 103')





Quando penso a Zhang Yimou, la mente corre sempre ad uno dei titoli che hanno dato inizio alla grande scoperta del sottoscritto come spettatore rispetto al Cinema orientale, Lanterne rosse: erano gli anni a cavallo dell'inizio del Nuovo Millennio, ed alle spalle l'infanzia passata a macinare un film dopo l'altro con mio fratello cominciavo a cercare un'identità come spettatore partendo dalla scoperta dei Classici e dei film "d'autore", che avrebbero dominato le mie visioni per almeno cinque o sei anni.
Lanterne rosse, per l'appunto, oltre a rivelare al mondo la bellezza straordinaria di Gong Li, portava alla ribalta un autore tra i più influenti del panorama cinese, che nel corso delle stagioni riuscì a raccontare storie molto semplici - da Keep Cool a Mille miglia lontano - ed altre legate alla tradizione, alla magnificenza ed alla meraviglia visiva - Hero, La foresta dei pugnali volanti, La città proibita -: dunque era lecito, nonostante una certa discontinuità venuta a galla negli ultimi anni e malgrado una produzione imponente e senza dubbio "ingombrante", aspettarsi qualcosa di quantomeno interessante da questo The Great Wall, pubblicizzato, va detto, più per la presenza di Matt Damon - con Pedro Pascal a fargli da spalla - che non per quella del cineasta cinese.
Peccato che, visione alle spalle, questo non solo risulti il film peggiore di Zhang tra quelli che ho visto finora, ma anche uno dei più brutti del duemiladiciassette: un'accozzaglia priva di identità subordinata al desiderio - presumo sempre della produzione - di portare in sala un potenziale blockbuster che mostra quanto dannosa può essere l'impronta ammeregana rispetto ad un lavoro che dovrebbe attingere alla tradizione popolare di un altro paese - a prescindere da quale sia -, all'interno della quale un praticamente perfetto, invincibile, infallibile e finto cattivo Matt Damon mostra alla popolazione locale quanto è semplice per lui sgominare un'orda di mostri che paiono un incrocio di tutti i meno riusciti della categoria della Storia recente del Cinema, conquista il cuore - pur non consumando - della generalessa d'acciaio e rinuncia - SPOILER - al bottino per salvare il compagno ed amico.
Una porcata fatta e finita, dunque, dal primo all'ultimo minuto, recitata per piacere del portafoglio - Willem Defoe imbarazzante, ma non fanno tanto meglio i due protagonisti -, pessima dal punto di vista degli effetti e della ricostruzione, scritta da cagnacci maledetti e costruita per giustificare una scena d'azione - prevedibile - dopo l'altra fino ad una battaglia finale che mi ha ricordato World War Z - e non è un bel complimento -.
Sinceramente spero davvero che la responsabilità di questa robaccia sia tutta da imputare alla già citata e bistrattata produzione, perchè in caso contrario significherebbe aggiungere un altro nome alla purtroppo nutrita lista degli ex grandi registi finiti bolliti per scarsità di idee, passione e voglia, e se così fosse sarei davvero dispiaciuto, non fosse altro per l'amore che nutro per il Cinema orientale e per il grande merito che ha avuto Zhang Yimou nel processo che ha portato il suddetto sugli schermi e nel cuore di questo vecchio cowboy.
Nel frattempo, almeno in parte, posso consolarmi: se la Grande Muraglia, infatti, resta una delle opere architettoniche più impressionanti della Storia, destinata ad essere ricordata per sempre, questo The Great Wall finirà nel dimenticatoio in tempi brevissimi, per tornare a mostrarsi giusto in tempo per la classifica del peggio di quest'anno, per fare ritorno poi all'abisso di pochezza dal quale pare essere uscito.




MrFord




 

domenica 26 febbraio 2017

Road to the Oscars 2017: Academy VS Ford

 



E così, anche quest'anno siamo giunti alla vigilia della notte più importante - mediaticamente parlando - del Cinema con il consueto appuntamento dedicato al confronto tra quelle che potrebbero essere le scelte dell'Academy e quelle che sarebbero le mie se stesse a questo vecchio cowboy assegnare le statuette.
Il livello delle nominations, quantomeno per i premi principali, è stato molto buono, e sinceramente spero di uscire soddisfatto dall'appuntamento, per una volta.
L'interrogativo principale, però, resta uno: La La Land sbancherà, o lascerà qualcosa agli altri contendenti?


Miglior film
Academy: La La Land
Ford: Moonlight

Quest'anno, devo ammetterlo, il livello dei nove candidati alla statuetta per il miglior film è decisamente più alto del solito, e benchè ci sia un divario netto tra i due filmoni totali Arrival e La La Land e tutti gli altri, e Lion - La strada verso casa sia decisamente il peggiore, ho finito per apprezzare le scelte.
Con ogni probabilità vincerà l'attesissimo La La Land, e mi va benissimo, ma personalmente il mio cuore è tutto con Moonlight, forse il film della selezione che mi ha toccato maggiormente, perfino più del fordianissimo Hell or high water.

 Miglior regista
  • Denis Villeneuve (Arrival)
  • Mel Gibson (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Damien Chazelle (La La Land)
  • Kenneth Lonergan (Manchester by the Sea)
  • Berry Jenkins (Moonlight)
Academy: Damien Chazelle
Ford: Damien Chazelle

Poche storie: il lavoro del "jazzista" Chazelle su La La Land è stato tecnicamente straordinario. Nonostante l'ottimo lavoro di tutti i candidati, penso sarà molto difficile che questa statuetta sia assegnata a qualcuno che non sia lui.
 
Miglior attore protagonista
  • Casey Affleck (Manchester by the Sea)
  • Andrew Garfield (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Ryan Gosling (La La Land)
  • Viggo Mortensen (Captain Fantastic)
  • Denzel Washington (Fences - Barriere)
Academy: Denzel Washington
Ford: Viggo Mortensen

Inizialmente pensavo che anche questa statuetta sarebbe stata quasi certamente affare di Casey Affleck, volto del sentito Manchester by the sea, con buona pace di un pur bravissimo Gosling, ma le vicende personali del fratellino di Ben hanno alzato, e non di poco, le quotazioni del solidissimo Denzellone, che in Fences gigioneggia forte, ma lo fa un gran bene.
Per quanto mi riguarda, la scelta sarebbe tutta per il Capitano Mortensen.

Miglior attrice protagonista
  • Isabelle Huppert (Elle)
  • Ruth Negga (Loving)
  • Natalie Portman (Jackie)
  • Emma Stone (La La Land)
  • Meryl Streep (Florence)
Academy: Natalie Portman
Ford: Emma Stone

Prima rosa di candidature che non ho ancora completato - manca all'appello Loving -, e battaglia piuttosto serrata: sinceramente spero che a vincere non siano la vetusta Meryl Streep e la sopravvalutata - almeno in questo caso - Isabelle Huppert di Elle, piuttosto che se lo giochino la strepitosa Portman del potentissimo Jackie o, con preferenza del sottoscritto, la fresca Emma Stone di La La Land.


Miglior attore non protagonista
  • Mahershala Ali (Moonlight)
  • Jeff Bridges (Hell or High Water)
  • Lucas Hedges (Manchester by the Sea)
  • Dev Patel (Lion - La strada verso casa)
  • Michael Shannon (Animali notturni)
Academy: Mahershala Ali
Ford: Mahershala Ali

Anche in questo caso, una gran bella selezione, ed una delle poche statuette per le quali mi trovo d'accordo con i pronostici della vigilia: il Mahershala Ali di Moonlight mi ha colpito al cuore, e se dovessi trovare un'alternativa - ma mi dispiacerebbe - opterei per Michael Shannon, considerato che Bridges ha già dato ed i due giovani, a mio parere, devono ancora farsi parecchio le ossa.

Miglior attrice non protagonista
  • Viola Davis (Fences - Barriere)
  • Naomie Harris (Moonlight)
  • Nicole Kidman (Lion - La strada verso casa)
  • Octavia Spencer (Hidden Figures - Il diritto di contare)
  • Michelle Williams (Manchester by the Sea)
Academy: Viola Davis
Ford: Viola Davis

Una delle statuette a mio parere con meno storia: Viola Davis in Fences è letteralmente da strapparsi il cuore. Per quanto convincenti siano state soprattutto Naomie Harris e Octavia Spencer, non c'è gara.

Miglior sceneggiatura originale
  • Taylor Sheridan (Hell or High Water)
  • Damien Chazelle (La La Land)
  • Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou (The Lobster)
  • Kenneth Lonergan (Manchester by the Sea)
  • Mike Mills (20th Century Women)
Academy: Kenneth Lonergan

Ford: Taylor Sheridan

Alla cinquina dedicata alla miglior sceneggiatura originale giunto non preparatissimo, considerato il ritardo che ho accumulato su The Lobster ed il mancato recupero nei tempi di 20th Century Women. Probabilmente vincerà il solido Lonergan, ma non mi dispiacerebbe un riconoscimento alla Frontiera di Hell or high water.

Miglior sceneggiatura non originale
  • Eric Heisserer (Arrival)
  • August Wilson (Fences - Barriere)
  • Allison Schroeder e Theodore Melfi (Hidden Figures - Il diritto di contare)
  • Luke Davies (Lion - La strada verso casa)
  • Barry Jenkins e Alvin McCraney (Moonlight)
Academy: Eric Heisserer
Ford: Barry Jenkins e Alvin McCraney 

Il premio della miglior sceneggiatura non originale andrà probabilmente allo splendido Arrival, ma anche in questo caso scelgo con il cuore, e punto tutto su Moonlight, che se non si fosse capito è indiscutibilmente il mio preferito della Notte degli Oscar.

Miglior film in lingua straniera
  • Land of Mine – Sotto la sabbia (Danimarca)
  • A Man Called Ove (Svezia)
  • The Salesman – Il cliente (Iran)
  • Tanna (Australia)
  • Toni Erdmann – Vi presento Toni Erdmann (Germania)
Academy: Land of Mine - Sotto la sabbia
Ford: The Salesman - Il cliente


A questo giro arrivo ad affrontare la cinquina di candidati per il miglior film straniero clamorosamente e colpevolmente nell'ignoranza, dato che non ho ancora visto nessuno dei titoli nominati: vado per logica e notorietà acquisita e opto per la scelta dell'Academy di Land of Mine, mentre per gusto personale mi affido a Fahradi, che quantomeno è in polemica aperta con il governo Trump, oltre ad essere un signor regista.

Miglior documentario
  • Fuocoammare (Gianfranco Rosi e Donatella Palermo)
  • I Am Not Your Negro (Raoul Peck, Rémi Grellety e Hébert Peck)
  • Life, Animated (Roger Ross Williams e Julie Goldman)
  • O.J: Made in America (Ezra Edelman e Caroline Waterlow)
  • 13th (Ava DuVernay, Spencer Averick e Howard Barish)
Academy: OJ: Made in America
Ford: tutto, tranne Fuocoammare
 
Anche in questo caso sono messo male, avendo visto solo il nostrano Fuocoammare. Ma mi è bastato.
Personalmente, mi andrebbe bene uno qualsiasi degli altri titoli candidati, tranne lo spocchioso finto alternativo lavoro di Gianfranco Rosi.

Miglior film d’animazione
Academy: Zootropolis
Ford: Oceania

Della cinquina dedicata all'animazione mi mancano i due più autoriali e di nicchia La mia vita da zucchina e La tartaruga rossa, ma penso che la vittoria andrà al carinissimo Zootropolis, anche se rimanendo in ambito Disney sarei felicissimo di una vittoria di Oceania, per me un vero gioiellino.

Migliore scenografia
Academy: La La Land
Ford: La La Land

Sui premi tecnici, poche discussioni. La La Land balla ad un altro livello.


Migliori costumi
  • Joanna Johnston (Allied - Un'ombra nascosta)
  • Coleen Atwood (Animali Fantastici e dove trovarli)
  • Consolata Boyle (Florence)
  • Madeleine Fontaine (Jackie)
  • Mary Zophres (La La Land)
Academy: La La Land
Ford: La La Land

Anche in questo caso vale il discorso di cui sopra, a meno di una vittoria di Jackie, che sarebbe comunque giustificatissima.


Miglior fotografia

  • Linus Sandgren (La La Land)
  • Bradford Young (Arrival)
  • Greig Fraser (Lion - La strada verso casa)
  • James Laxton (Moonlight)
  • Rodrigo Prieto (Silence)

Academy: La La Land
Ford: La La Land

Un premio decisamente combattuto, con cinque film oggettivamente fotografati benissimo. Come per gran parte dei premi tecnici, credo che a farla da padrone sarà comunque La La Land.


Miglior montaggio

  • Tom Cross (La La Land)
  • Joi McMillon e Nat Sanders (Moonlight)
  • John Gilbert (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Joe Walker (Arrival)
  • Jake Roberts (Hell or High Water)
Academy: La La Land
Ford: La battaglia di Hacksaw Ridge

Non me ne vogliano i fan di La La Land - e sono tra quelli - ed i detrattori di Mel Gibson, ma probabilmente un premio tecnico al tanto criticato La battaglia di Hacksaw Ridge andrebbe riconosciuto, e trovo che il montaggio potrebbe essere il più indicato.


Miglior colonna sonora

  • Mica Levi (Jackie)
  • Justin Hurwitz (La La Land)
  • Dustin O'Halloran e Hauschka (Lion - La strada verso casa)
  • Nicholas Britell (Moonlight)
  • Thomas Newman (Passengers)
Academy: La La Land
Ford: La La Land

Forse, con quella per la miglior regia, la statuetta più sacrosanta che merita La La Land.
Poco da aggiungere.

Miglior canzone

  • Audition (The Fools Who Dream) (Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul) (La La Land)
  • Can't Stop the Feeling! (Justin Timberlake, Max Martin e Karl Johan Schuster) (Trolls)
  • City of Stars (Justin Hurwitz, Benj Pasek, Justin Paul) (La La Land)
  • The Empty Chair (J. Ralph e Sting) (Jim: The James Foley Story)
  • How Far I'll Go (Lin-Manuel Miranda) (Oceania)

Academy: Audition
Ford: Audition

Inevitabile l'ennesima vittoria per la corazzata di Chazelle. Audition supera di gran lunga tutte le altre, e sinceramente spero eviti a tutti noi la vittoria del pur simpatico Justin Timberlake.

Migliori effetti speciali

Academy: Rogue One: A Star Wars Story

Ford: Doctor Strange

Altra categoria da grande battaglia, con cinque ottimi candidati: probabilmente la spunterà Rogue One, ma il tifo del vecchio Ford andrà al sorprendente Doctor Strange, a metà tra Matrix ed Inception, nonchè uno dei migliori film di supereroi delle ultime stagioni.

Miglior sonoro

  • Andy Nelson, Ai-Ling Lee e Steve A. Morrow (La La Land)
  • David Parker, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson (Rogue One: A Star Wars Story)
  • Kevin O'Connell, Andy Wright, Robert Mackenzie e Peter Grace (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Bernard Gariépy Strobl e Claude La Haye (Arrival)
  • Greg P. Russell, Gary Summers, Jeffrey J. Haboush e Mac Ruth (13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi)

Academy: La battaglia di Hacksaw Ridge

Ford: 13 hours: the secret soldiers of Benghazi

Premio più che tecnico, tra i pochi che potrebbe almeno sulla carta sfuggire alla brigata di Chazelle. Vado per 13 hours, sottovalutatissimo e molto valido prodotto che non ha nulla da invidiare tecnicamente a Hacksaw Ridge.

Miglior montaggio sonoro

  • Sylvain Bellemare (Arrival)
  • Wylie Stateman, Renée Tondelli (Deepwater - Inferno sull'oceano)
  • Robert Mackenzie, Andy Wright (La battaglia di Hacksaw Ridge)
  • Ai-Ling Lee, Mildred Iatrou Morgan (La La Land)
  • Alan Robert Murray, Bub Asman (Sully)
Academy: La La Land
Ford: La La Land

Continuano le conferme per la confezione impeccabile di La La Land, che come nessun altro titolo negli ultimi anni pare aver convinto critica e grande pubblico.

Miglior trucco e acconciatura

  • Eva Von Bahr e Love Larson (En man som heter Ove)
  • Joel Harlow e Richard Alonzo (Star Trek Beyond)
  • Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson (Suicide Squad)
Academy: En man som heter Ove
Ford: Star Trek Beyond

Forse il premio tecnico del quale mi frega meno. Vado per Star Trek giusto per simpatia.

Eccetto i premi dedicati ai migliori corti, che onestamente non ho mai seguito - anche se mio fratello, specialista nel settore, mi manderà le maledizioni - dovrei non aver dimenticato nulla.
Non resta che preparare snack ed alcool, e rimandare le inevitabili discussioni a martedì, quando su questo bancone ci daremo appuntamento per riflettere sui risultati.


MrFord

sabato 25 febbraio 2017

Florence (Stephen Frears, UK, 2016, 111')




Lo ammetto, se non ci fossero stati di mezzo gli Oscar e le candidature, ed il tentativo, come ogni anno, di essere aggiornato rispetto alle visioni quantomeno dei titoli principali tra i nominati, avrei snobbato Florence senza pensarci due volte.
Non per Steven Frears, che resta un signor artigiano della macchina da presa, e che negli anni ha realizzato molti titoli degni di nota, compreso uno dei miei piccoli cult inossidabili, Alta fedeltà.
Non per la storia narrata, tratta dalle vicende di Florence Foster Jenkins, che, a dispetto delle discutibili attitudini artistiche, dedicò la sua vita alla musica e "cantò quando molti non tentano neppure".
Non per Hugh Grant, che nonostante lo stile profondamente british e le vicissitudini personali non lineari mi ha sempre dato l'idea di una certa guasconità di fondo che apprezzo sempre.
Semplicemente, non mi pareva cosa destinata a lasciare il segno da queste parti, se non per il rischio di un'incazzatura rispetto all'ennesima candidatura per una Meryl Streep sempre più uguale a se stessa e sempre più sopra le righe.
Purtroppo, ed oggettivamente, è stato così.
Florence non è un brutto film, è evidentemente realizzato con perizia in ogni dettaglio, scorre bene e finisce volenti o nolenti per coinvolgere, a prescindere dal fatto che si tratti di qualcosa di ispirazione reale: eppure, sa di vecchio.
Sa di vecchio come una Florence che, terminata l'esibizione, torna nei suoi appartamenti spogliandosi di vestiti, trucchi, parrucchi e lustrini e crolla come una balena spiaggiata, coccolata da tutti quelli che stanno al suo fianco per amore o per denaro.
Sa di vecchio, inesorabilmente.
Come un salottino delle cinque con the, biscotti e chiacchiere da comari, un banchetto formale che non si vede l'ora di lasciarsi alle spalle, un appuntamento con una tipa che, lo scoprite entro la prima mezzora, vi farà pensare a tutto quello che vi aspetta a casa, e senza di lei.
Nel corso della visione di Florence, ho avuto l'impressione che l'unica chance che qui al Saloon avrebbe potuto avere questo film si sarebbe giocata nel caso in cui fossi stato una vecchia zitella che, con le amiche più colte, invece che al bingo nel weekend punta dritta alla sala ed ai film che possono essere considerati adatti ad una certa età. E non in senso positivo.
Certo, non ho perso le staffe come con altri titoli deludenti del passato remoto o recente, eppure l'impressione che ho avuto affrontando questo film è stata la stessa che avrei mantenuto nel corso di una visita ad un museo delle cere, o a una chiesa: tutti in silenzio e pronti a buttarsi in applausi di circostanza una volta giunti alla conclusione.
Ma se da un lato apprezzo lo sforzo di una Florence Foster Jenkins, ed in più di una misura il suo coraggio - e, ancor più, quello di chi la sostenne ed amò incondizionatamente -, dall'altro mi rendo conto di non essere fatto - almeno per ora, e prima dei settanta quantomeno - per produzioni da pomeridiana prima della cena alle sei e del letto alle otto come questa.
Non importa quanto bene siano confezionate.
La puzza di stantìo resta.




MrFord



 

venerdì 24 febbraio 2017

Lion - La strada verso casa (Garth Davis, Australia/USA/UK, 2016, 118')





Esistono alcuni titoli dei quali si ha indiscutibilmente paura, per quanto possa suonare snob anche da parte di un pane e salame come me, soprattutto quando entrano a far parte della corsa agli Oscar, e trattano argomenti potenzialmente strappalacrime, e sono ispirati da storie vere: Lion - La strada verso casa appartiene indubbiamente alla categoria.
Uscito a ridosso dell'ultimo natale dalle nostre parti e lanciato verso ben sei candidature, il lavoro di Garth Davis pare riprendere quella che fu la "favola" di The millionaire senza che si possa contare sull'estro di Danny Boyle o sulla particolarità della narrazione della vicenda, con tutti i limiti del caso - non parliamo certo del filmone del secolo, nonostante ai tempi ebbe gran successo soprattutto rispetto all'Academy -, pur presentando una prima parte insolitamente sottotitolata - almeno per l'Italia - e particolarmente scorrevole e coinvolgente nonostante la scarsità di dialoghi, che è riuscita addirittura a riportare alla mente del sottoscritto cose decisamente grosse come Una tomba per le lucciole, prima di concedersi un'escalation che pare puntare dritta alle statuette più note del Cinema, in barba a chiunque potesse avere riserve su questo prodotto ibrido che mescola il tentativo di differenziarsi dagli States tipico della settima arte australiana e quello, al contrario, tutto emozioni forti e lacrima facile a stelle e strisce.
Un peccato, perchè tutto sommato Lion non è un film brutto come altri finiti nel giro Academy nel corso degli ultimi anni, o fastidioso, anzi, si lascia guardare e finisce per essere coinvolgente come ogni storia legata alla Famiglia - almeno per il sottoscritto - portata sullo schermo, non fosse per un eccesso di enfatizzazione e semplificazione della sceneggiatura nel corso della seconda parte, troppo dedicata alle scene madri così come ai dialoghi che ci si aspetterebbe dal classico drama di questo tipo che non a quanto potrebbe essere anche solo suggerito, finendo per banalizzare in parte una vicenda che ha risvolti sociali decisamente interessanti - come ricordato giustamente anche prima dei titoli di coda - e perde nettamente il confronto con le altre pellicole in gara per la statuetta del miglior film.
Il fatto, poi, di aver visto Lion - ottimo, occorre ammetterlo, l'utilizzo del titolo e del significato del nome del protagonista rivelato solo a film concluso - nello stesso giorno del ben più potente Moonlight non ha certo aiutato un Garth Davis decisamente più artigiano di Barry Jenkins, e non nel senso genuino e buono del termine, così come questo prodotto, letteralmente scomparso di fronte all'epopea di Chiron, per quanto di fiction contro eventi reali si possa trattare.
D'altro canto, per il pubblico occasionale e per chi ama le storie "da sala" pronte a regalare un certo tipo di emozioni Lion è il film perfetto, confezionato con perizia e pronto - inutile negarlo mostrandosi radical chic - e stuzzicare corde cui difficilmente si può resistere, dalle peripezie del piccolo Saroo nel momento del suo smarrimento a Calcutta fino alla parte finale, indubbiamente emozionante per quanto furba rispetto al riscontro dell'audience.
Se, dunque, siete in cerca di qualcosa che ricordi il già citato The Millionaire o Forrest Gump, che coinvolga tutti i membri della famiglia e faccia uscire dalla visione con la voglia di apprezzare ancora di più ciò che si ha, non resterete delusi: certo, d'altro canto, pensare a Lion accanto ad altri calibri decisamente grossi selezionati dall'Academy quest'anno, il risultato potrebbe risultare decisamente più simile a quello cui potrebbe ambire una pecora nella gabbia, per l'appunto, dei leoni.




MrFord




giovedì 23 febbraio 2017

Thursday's child







Nuova settimana di uscite e nuova puntata della rivalità ultimamente non così accesa tra il sottoscritto e Cannibal Kid, nella speranza che alcuni titoli che arriveranno in sala questa settimana possano rinverdire i fasti delle Blog Wars e non il clima di quasi accordo delle ultime settimane.
A meno che questi imminenti Oscar non compiano la magia di cambiare una delle lotte all'ultimo sangue più all'ultimo sangue della rete.


"Evvai! Ford ha battuto ancora una volta Cannibal!"



T2 Trainspotting

"Ford e Cannibal d'accordo!? Adesso nessuno esce di qui fino a quando non abbiamo scoperto come cazzo è possibile!"

Cannibal dice: Attesa alle stelle per il sequel di Trainspotting, uno dei sommi cult degli anni '90, il decennio più amato su Pensieri Cannibali e più detestato su White Russian. A smorzare l'entusiasmo c'è la consapevolezza che potrebbe essere un diludendo clamoroso. Questo rischioso seguito allora creerà dipendenza come il primo film, oppure manderà in overdose come una brutta scorpacciata di filmacci consigliati da Ford?
Ford dice: ai tempi della sua uscita e dell'ascesa a cult generazionale, avevo snobbato Trainspotting, visto come una specie di Graal da molti miei amici finti o veri alternativi che fossero allora, ma lo apprezzai parecchio qualche anno dopo, quando riuscii a vederlo con gli occhi di chi è più cresciuto, paradossalmente.
Il rischio di questo sequel è che sputtani proprio quel ricordo. Quello che spero, è che non lo faccia, e sia cresciuto insieme a chi lo ricorda come me. O perfino come Cannibal.

 

Jackie

"Non prestare i tuoi giocattoli a Ford e Cannibal. Quelli sono due mostri, te li rompono tutti."

Cannibal dice: E dopo il sequel di Trainspotting, ecco il nuovo film con protagonista Natalie Portman. Che questa sia la settimana cinematografica più cannibale dell'anno, e forse del decennio, per la gioia mia e la disperazione di Ford?
Ford dice: Pablo Larraìn è un regista che ha saputo, dopo un inizio pessimo almeno agli occhi del sottoscritto - il sopravvalutatissimo Tony Manero -, guadagnarsi uno spazio di tutto rispetto al Saloon.
Riuscirà a confermare tutto il buono con questa sua prima produzione "all-american"? Stando alle recensioni, potrebbe essere.
Io spero solo di non essere ancora una volta d'accordo con Cannibal in questo inizio anno.

 

The Great Wall

"Ford avrebbe preferito Stallone!? Adesso gli faccio cambiare idea a suon di frecce!"

Cannibal dice: Kolossal storico-action cinese che sembra costruito apposta per far felice Ford e per abbattersi (im)pietosamente contro il mio muro. Anche se lui probabilmente avrebbe ingaggiato Stallone, ma gli toccherà accontentarsi di Matt Damon. Io invece mi sa che passo... alla grande.
Ford dice: film che ho già visto e che sulla carta potrebbe rappresentare una fordianata spaziale, considerate l'action medievaleggiante e Zhang Yimou in regia.
Sarà andata davvero così? A breve la risposta.

 

Barriere

"Certo che quel Cannibal Kid ne spara, di stronzate, vero cara?"

Cannibal dice: Tra le barriere di Matt Damon e quelle di Denzel Washington, direi che preferisco queste ultime. Tra i film nominati all'Oscar 2017 di miglior film è uno dei pochi che mi mancano, ma vedrò di rimediare entro la notte delle stelle e bagnare così il naso a Mr. James Ford.
Ford dice: tra i nominati per il miglior film di quest'anno, Barriere è uno dei due che ancora mancano al mio appello.
Viaggiando però nel tempo tra quando scrivo queste righe e quando saranno pubblicate, dovrei averlo già visto in tempo per affrontare preparato almeno rispetto alle categorie principali la Notte degli Oscar.
A Cannibal Kid, invece, auguro una lunga notte senza Cinema. Per una decina d'anni almeno.


Beata ignoranza
 


Cannibal dice: Dall'alto della sua beata ignoranza, Ford bollerà facilmente questa come l'ennesima commediola italiana da evitare come la peste. Io che sono molto più illuminato e di larghe vedute, so invece che Massimiliano Bruno è uno che sa girare film non male e poi c'è Marco Giallini, dopo Perfetti sconosciuti e Rocco Schiavone idolo totale di Pensieri Cannibali, quindi la visione scatta quasi obbligatoria.
Ford dice: il Cinema italiano recente, per non so neppure io bene quale motivo, pare cominciare ad essere fin troppo sopravvalutato. Nonostante Marco Giallini, dunque, uno dei pochi nostrani in grado di mettere d'accordo il sottoscritto ed il Cucciolo Eroico, penso che salterò in attesa, chissà, di un recupero tappabuchi.

 

La marcia dei pinguini – Il richiamo

I pinguini abbandonano l'Antartide. Cannibal e Ford hanno deciso di trasferirsi tra i ghiacci.

Cannibal dice: Anche i documentari possono essere vittime della mania di fare sequel a tutti i costi? A quanto pare sì e così ecco che arriva il secondo episodio de La marcia dei pinguini, osannato docu premio Oscar da cui io ho sempre marciato alla larga, così come è bene fare ogni volta che nell'aria si sente puzza di fordianata.
Ford dice: ai tempi della sua uscita in sala, nonostante le strizzate d'occhio al grande pubblico grandi come un iceberg, trovai molto ben realizzato La marcia dei pinguini.
Inutile dire che un sequel, se non per raschiare il fondo del barile, non pareva proprio necessario.
Così come non pare necessaria la presenza di Cannibal in rete.

 

Bandidos e balentes – Il codice non scritto

"Un altro finito male per i consigli cinematografici di Cannibal!"

Cannibal dice: Thriller ambientato nella Sardegna degli anni '50 che lascio volentieri a Ford, ajò!
Ford dice: quando si parla di banditi, io sono sempre in prima fila. Questa volta, però, complice la Notte degli Oscar imminente ed il bisogno di contraddire sempre e comunque il mio rivale, credo rinfodererò le pistole e mi dedicherò ad altro.