Autore: Garth Ennis, Steve Dillon
Origine: USA, UK
Anno: 2000
Editore: Vertigo/Magic Press
La trama (con parole mie): Jesse Custer è giunto alla fine della sua missione. Nel cuore degli States che ama, ad Alamo, il predicatore si prepara ad affrontare l'Onnipotente approfittando dell'occasione per invitare alla festa l'ex migliore amico Cassidy, il Santo degli Assassini, Herr Starr ed il Graal, e a malincuore l'amata Tulip, che il Nostro vorrebbe proteggere sempre e comunque.
Il piano di Jesse è semplice: far credere a Dio che Genesis ha lasciato il suo corpo ed indurlo a tornare in Paradiso, dove ad attenderlo prima che si possa sedere sul trono che gli conferisce poteri illimitati troverà il Santo, assetato di vendetta ed ormai, pur se riluttante, alleato del predicatore.
Peccato che, per poter completare la missione, Custer debba andare incontro ad un effetto collaterale non indifferente: dovrà necessariamente morire.
Tutto questo se Tulip non avrà modo di dire la sua, e Cassidy non decida di metterci lo zampino.
Tutte le cose belle, prima o poi, finiscono.
Non c'è scampo. La più grande condanna delle nostre esistenze e, di fatto, anche il sale che rende il viaggio che compiamo lungo la Frontiera così dannatamente interessante vale per tutto, perfino per Preacher.
Il viaggio di Jesse Custer, Tulip, Cassidy, Genesis, Starr, Facciadiculo e dell'Altissimo in persona finisce in una cornice che è perfetta per lo spirito che l'opera di Ennis e Dillon ha portato sulla pagina attraverso le gesta del suo indimenticabile protagonista, Alamo, teatro di una delle imprese più leggendarie della Storia del West.
Personalmente, potrei scrivere davvero di tutto sulla cavalcata che segna l'addio di questo straordinario gruppo di personaggi ai fan, dal tripudio di proiettili che traccia la parola fine sul conflitto tra i Nostri ed il Graal fino al confronto con Dio di Custer e soprattutto del Santo degli Assassini, personaggio granitico ed apparentemente tagliato con l'accetta che, al contrario, visto da vicino mostra sfumature a profusione, oltre a rappresentare, di fatto, la critica degli autori ad un certo tipo di approccio alla religione - bellissima la riflessione sul "Dio d'amore" che scatena i peggiori conflitti e crea il libero arbitrio perchè mosso dal bisogno disperato di vedere la gente scegliere di amarlo -, passando per la chiusura dei conti tra Jesse e Cassidy e l'amore troppo grande per questo e l'altro mondo di Jesse e Tulip, elogiare scrittura e disegni, colori ed idee.
Ma non ce la faccio.
Perchè rileggere Preacher è stato anche più bello della prima volta.
E' stato riscoprire un personaggio che incarna tutti i valori dell'America che sogno da quando ero bambino, dai tempi dei Western con John Wayne visti accanto a mio nonno, delle seconde possibilità e dei losers, del larger than life che comporterà pure tanti difetti, ma che rende gli USA un paese magico ed unico, che in un modo o nell'altro colpisce l'immaginario di tutto il mondo.
E' stato sentire sulla pelle la libertà di potersi battere fino alla fine (del mondo) per le persone che si amano e per quello in cui si crede, e di farlo a testa alta, senza guardare in faccia a nessuno o vergognandosi di quello che si prova.
E si finisce in questo modo per sentirsi quasi avvolti dagli abbracci di fuoco di Jesse e Tulip, investiti dall'ossessione di Dio e di Starr, incazzati per quanto in merda siano andate le cose con Cassidy, e di nuovo commossi per quel braccio teso ad un amico, e furiosi quanto il Santo, e felici che perfino l'esule Facciadiculo, alla fine, possa trovare il suo posto nel mondo, permettendo agli autori di congedarsi anche dai comprimari conosciuti a Salvation.
Preacher se ne va dunque con il botto, un epilogo perfetto per il suo spirito profondamente Western, e alla grande come John Wayne che saluta il suo "protetto" Jesse prima di uscire di scena: e se il mitico Duca è stato un'icona perfetta per la generazione di mio nonno, vorrà dire che il mio spirito guida diventerà questo predicatore dedito a sesso, alcool, giustizia e libertà che nel corso del suo viaggio ha illuminato anche la mia strada.
Grazie, Custer. Grazie, Ennis. Grazie, Dillon.
Qui al Saloon avrete sempre un posto d'onore, la mia gratitudine ed una bottiglia di whisky.
Non c'è scampo. La più grande condanna delle nostre esistenze e, di fatto, anche il sale che rende il viaggio che compiamo lungo la Frontiera così dannatamente interessante vale per tutto, perfino per Preacher.
Il viaggio di Jesse Custer, Tulip, Cassidy, Genesis, Starr, Facciadiculo e dell'Altissimo in persona finisce in una cornice che è perfetta per lo spirito che l'opera di Ennis e Dillon ha portato sulla pagina attraverso le gesta del suo indimenticabile protagonista, Alamo, teatro di una delle imprese più leggendarie della Storia del West.
Personalmente, potrei scrivere davvero di tutto sulla cavalcata che segna l'addio di questo straordinario gruppo di personaggi ai fan, dal tripudio di proiettili che traccia la parola fine sul conflitto tra i Nostri ed il Graal fino al confronto con Dio di Custer e soprattutto del Santo degli Assassini, personaggio granitico ed apparentemente tagliato con l'accetta che, al contrario, visto da vicino mostra sfumature a profusione, oltre a rappresentare, di fatto, la critica degli autori ad un certo tipo di approccio alla religione - bellissima la riflessione sul "Dio d'amore" che scatena i peggiori conflitti e crea il libero arbitrio perchè mosso dal bisogno disperato di vedere la gente scegliere di amarlo -, passando per la chiusura dei conti tra Jesse e Cassidy e l'amore troppo grande per questo e l'altro mondo di Jesse e Tulip, elogiare scrittura e disegni, colori ed idee.
Ma non ce la faccio.
Perchè rileggere Preacher è stato anche più bello della prima volta.
E' stato riscoprire un personaggio che incarna tutti i valori dell'America che sogno da quando ero bambino, dai tempi dei Western con John Wayne visti accanto a mio nonno, delle seconde possibilità e dei losers, del larger than life che comporterà pure tanti difetti, ma che rende gli USA un paese magico ed unico, che in un modo o nell'altro colpisce l'immaginario di tutto il mondo.
E' stato sentire sulla pelle la libertà di potersi battere fino alla fine (del mondo) per le persone che si amano e per quello in cui si crede, e di farlo a testa alta, senza guardare in faccia a nessuno o vergognandosi di quello che si prova.
E si finisce in questo modo per sentirsi quasi avvolti dagli abbracci di fuoco di Jesse e Tulip, investiti dall'ossessione di Dio e di Starr, incazzati per quanto in merda siano andate le cose con Cassidy, e di nuovo commossi per quel braccio teso ad un amico, e furiosi quanto il Santo, e felici che perfino l'esule Facciadiculo, alla fine, possa trovare il suo posto nel mondo, permettendo agli autori di congedarsi anche dai comprimari conosciuti a Salvation.
Preacher se ne va dunque con il botto, un epilogo perfetto per il suo spirito profondamente Western, e alla grande come John Wayne che saluta il suo "protetto" Jesse prima di uscire di scena: e se il mitico Duca è stato un'icona perfetta per la generazione di mio nonno, vorrà dire che il mio spirito guida diventerà questo predicatore dedito a sesso, alcool, giustizia e libertà che nel corso del suo viaggio ha illuminato anche la mia strada.
Grazie, Custer. Grazie, Ennis. Grazie, Dillon.
Qui al Saloon avrete sempre un posto d'onore, la mia gratitudine ed una bottiglia di whisky.
MrFord
"And a hundred and eighty were challenged by Travis to die
by the line that he drew with his sword when the battle was nigh
any man that would fight to the death crossed over
but him that would live, better fly
and over the line went a hundred and seventy nine
hey Santa Anna, we're killing your soldiers below!
that men, wherever they go will remember the Alamo."
Johnny Cash - "Remember the Alamo" -
by the line that he drew with his sword when the battle was nigh
any man that would fight to the death crossed over
but him that would live, better fly
and over the line went a hundred and seventy nine
hey Santa Anna, we're killing your soldiers below!
that men, wherever they go will remember the Alamo."
Johnny Cash - "Remember the Alamo" -
Puoi dirlo forte.
RispondiEliminaDa un pellegrino ad un altro.
E muchas gracias. :)
Stai dicendo che questo supplizio è davvero finito?
RispondiEliminaQuesto è proprio l'ultimo post dedicato a Preacher?
Una volta che avrò realizzato per bene la cosa, scenderò in strada a fare i caroselli in auto manco avessimo vinto i Mondiali! :D
Il mio post preferito della serie XD
EliminaIo vi ricordo quella che sarà la vostra punizione: un bel divanetto in Paradiso, uno costretto a vedere film action, l'altra a schiaffarsi robetta teen.
EliminaE senza alcool e droghe. ;)
Non era all'inferno?sempre peggio XD
EliminaPerò ti dirò,forse lassù almeno beviamo birra fresca ;)
Non era all'inferno?sempre peggio XD
EliminaPerò ti dirò,forse lassù almeno beviamo birra fresca ;)
Fresca, ma analcolica. ;)
EliminaEh sì in paradiso non si pecca con libagioni alcooliche...capperi che scelta terribile! Ma peggio della birra calda non riesco ad immaginare nulla (sebbene non abbia mai bevuto la birra analcolica) XD
EliminaEh sì in paradiso non si pecca con libagioni alcooliche...capperi che scelta terribile! Ma peggio della birra calda non riesco ad immaginare nulla (sebbene non abbia mai bevuto la birra analcolica) XD
EliminaIo piuttosto che non bere in Paradiso, mi tengo la birra calda all'Inferno! ;)
EliminaChe grande artista Johnny Cash!
RispondiEliminaCon questo Preacher mi hai messo addosso una curiosità senza precedenti! :D
Cash leggendario davvero.
EliminaE Preacher va recuperato. Anche solo per fare un dispetto a Cannibal. ;)