Regia: Fede Alvarez
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 91'
Durata: 91'
La trama (con parole mie): un gruppo di ragazzi si raduna nel cottage dei genitori dei due fratelli Mia e David affinchè proprio la giovane donna possa disintossicarsi dalla dipendenza dalla droga. Quello che gli amici non sanno è che nel seminterrato della vecchia casa sono ancora intatti i resti di un rituale eseguito tempo prima affinchè un demone malvagio potesse rimanere confinato nel suo mondo, così come il libro dei morti, potentissimo artefatto con il potere di rievocare l'entità.
Quando Eric, ex migliore amico di David, incuriosito dal testo, libera senza saperlo il mostro, per il gruppo ha inizio un incubo che li vedrà lottare per la sopravvivenza non soltanto dei corpi, ma delle loro stesse anime: riusciranno ad avere la meglio sullo spirito sfruttando il libro stesso, o dovranno rassegnarsi a soccombere e consentire alla creatura di aprire una porta che dall'Inferno conduce sulla Terra?
I remake sono una brutta bestia davvero, a prescindere dal genere, dall'epoca e dal contesto, tanto più ostici quanto le pellicole originali sono risultate mitiche superando le prove del Tempo e del parere del pubblico di diverse generazioni: si contano sulle dita, infatti, i casi in cui le nuove versioni risultano essere più interessanti delle precedenti - esempi recenti, forse, sono stati solo il Cape fear scorsesiano e Scent of a woman, perlomeno in grado di giocarsela alla pari con i titoli che li ispirarono -, e spesso e volentieri quando si tratta di horror la questione finisce per diventare non solo rischiosa, ma addirittura involontariamente ridicola nella maggior parte dei casi.
The fog, Nightmare, Halloween sono solo alcuni degli insuccessi che il Cinema d'orrore ha visto concretizzarsi all'ombra dei cult originali, ed onestamente il dubbio che questa nuova versione de La casa potesse entrare al volo nel suddetto club pareva quasi più una certezza almeno fino alla vigilia della visione: fortunatamente il buon Fede Alvarez, regista uruguaiano poco più che trentenne al suo esordio in un lungometraggio, è riuscito non solo nell'impresa di confezionare un più che discreto prodotto di genere, ma anche di non snaturare, omaggiandolo, l'originale e splendido Evil dead firmato da Sam Raimi, che fu uno dei capisaldi dell'horror nel corso degli anni ottanta e rivoluzionò il suo filone anche grazie al dinamismo che il futuro regista della trilogia di Spider Man infuse alla macchina da presa, sfruttata straordinariamente in tutte le riprese che simulavano il sopraggiungere delle presenze malefiche liberate dal Necronomicon, il Libro dei morti che finisce per farla da padrone anche - e giustamente - in questo caso.
Il giovane Alvarez, prendendo spunto dalle vicende che Raimi narrò nei primi due capitoli della sua più fortunata saga - culminata poi con il geniale L'armata delle tenebre -, omaggia il lavoro del suo ispiratore senza snaturarlo, perdendo in carisma - del resto, di Ash/Bruce Campbell ce n'è uno solo, inimitabile - ma guadagnando in profondità - l'idea della disintossicazione della protagonista Mia, così come l'eventuale associazione tra il demone della dipendenza e quello liberato dal libro, paiono decisamente vincenti, oltre che assolutamente impegnate ed inaspettate per il genere -, citando momenti magici come quelli legati all'uso della motosega e della botola senza dimenticarsi quelle che erano le atmosfere tipiche dello slasher figlio degli eighties e concedendo ben più di un brivido agli spettatori - soprattutto quelli non avvezzi - grazie alla versione posseduta della protagonista, che dal profondo del seminterrato e nel gioco vedo/non vedo fornito dalla botola incatenata riesce a regalare il suo meglio anche per veterani del settore come il sottoscritto.
Il risultato, dunque, è talmente interessante che quasi dispiace sia stato ispirato dal lavoro di un mostro sacro, perchè probabilmente se si fosse trattato di un'uscita a sorpresa facilmente ci saremmo trovati di fronte all'erede per questo 2013 del già mitico Quella casa nel bosco, horror definitivo dello scorso anno e non solo: spero dunque che, alle spalle questa prova decisamente superata, per Alvarez si aprano le porte della grande distribuzione e possa essergli dato spazio per un progetto personale privo dell'impronta - seppur leggendaria - di gente come il Sam più importante della Storia dell'horror.
Dovesse andare bene potremmo trovarci di fronte ad un nuovo riferimento - e tutti sappiamo quanto ne abbiano bisogno i cari, vecchi, film di paura -, mentre alla peggio si avrebbe comunque la possibilità di scatenare il nostro lato più demoniaco e lasciare che le porte di un Inferno di bottigliate possano aprirsi all'indirizzo di chi non ha saputo sfruttare un'occasione unica: in entrambi i casi finiremmo per divertirci.
Nel frattempo, e per ingannare l'attesa, godiamoci questo bagaglio di sani squartamenti neanche fossimo tornati i ragazzini impauriti del 1985, chiusi in casa un sabato sera alla ricerca di quel brivido che sono un sano film di terrore riesce a regalare.
The fog, Nightmare, Halloween sono solo alcuni degli insuccessi che il Cinema d'orrore ha visto concretizzarsi all'ombra dei cult originali, ed onestamente il dubbio che questa nuova versione de La casa potesse entrare al volo nel suddetto club pareva quasi più una certezza almeno fino alla vigilia della visione: fortunatamente il buon Fede Alvarez, regista uruguaiano poco più che trentenne al suo esordio in un lungometraggio, è riuscito non solo nell'impresa di confezionare un più che discreto prodotto di genere, ma anche di non snaturare, omaggiandolo, l'originale e splendido Evil dead firmato da Sam Raimi, che fu uno dei capisaldi dell'horror nel corso degli anni ottanta e rivoluzionò il suo filone anche grazie al dinamismo che il futuro regista della trilogia di Spider Man infuse alla macchina da presa, sfruttata straordinariamente in tutte le riprese che simulavano il sopraggiungere delle presenze malefiche liberate dal Necronomicon, il Libro dei morti che finisce per farla da padrone anche - e giustamente - in questo caso.
Il giovane Alvarez, prendendo spunto dalle vicende che Raimi narrò nei primi due capitoli della sua più fortunata saga - culminata poi con il geniale L'armata delle tenebre -, omaggia il lavoro del suo ispiratore senza snaturarlo, perdendo in carisma - del resto, di Ash/Bruce Campbell ce n'è uno solo, inimitabile - ma guadagnando in profondità - l'idea della disintossicazione della protagonista Mia, così come l'eventuale associazione tra il demone della dipendenza e quello liberato dal libro, paiono decisamente vincenti, oltre che assolutamente impegnate ed inaspettate per il genere -, citando momenti magici come quelli legati all'uso della motosega e della botola senza dimenticarsi quelle che erano le atmosfere tipiche dello slasher figlio degli eighties e concedendo ben più di un brivido agli spettatori - soprattutto quelli non avvezzi - grazie alla versione posseduta della protagonista, che dal profondo del seminterrato e nel gioco vedo/non vedo fornito dalla botola incatenata riesce a regalare il suo meglio anche per veterani del settore come il sottoscritto.
Il risultato, dunque, è talmente interessante che quasi dispiace sia stato ispirato dal lavoro di un mostro sacro, perchè probabilmente se si fosse trattato di un'uscita a sorpresa facilmente ci saremmo trovati di fronte all'erede per questo 2013 del già mitico Quella casa nel bosco, horror definitivo dello scorso anno e non solo: spero dunque che, alle spalle questa prova decisamente superata, per Alvarez si aprano le porte della grande distribuzione e possa essergli dato spazio per un progetto personale privo dell'impronta - seppur leggendaria - di gente come il Sam più importante della Storia dell'horror.
Dovesse andare bene potremmo trovarci di fronte ad un nuovo riferimento - e tutti sappiamo quanto ne abbiano bisogno i cari, vecchi, film di paura -, mentre alla peggio si avrebbe comunque la possibilità di scatenare il nostro lato più demoniaco e lasciare che le porte di un Inferno di bottigliate possano aprirsi all'indirizzo di chi non ha saputo sfruttare un'occasione unica: in entrambi i casi finiremmo per divertirci.
Nel frattempo, e per ingannare l'attesa, godiamoci questo bagaglio di sani squartamenti neanche fossimo tornati i ragazzini impauriti del 1985, chiusi in casa un sabato sera alla ricerca di quel brivido che sono un sano film di terrore riesce a regalare.
MrFord
"Trapped inside a life which is not yours
spirits within causing terror, fear and darkness
evil dead
evil dead."
spirits within causing terror, fear and darkness
evil dead
evil dead."
Death - "Evil dead" -
eh beh! qui mi hai rispolverato i miei amatissimi Death del mai abbastanza compianto Chuck Schuldiner...quasi quasi la lacrimuccia ci scappa!LA casa del 2013 è un po' di sano horror anni '80 trapiantato nel nuovo millennio...io l'ho definito il nuovo vintage horror!
RispondiEliminaNuovo vintage horror ci sta tutta, come definizione: non potrà mai essere ai livelli dell'originale, ma è davvero un buonissimo prodotto per essere un remake!
EliminaBuono si, sicuramente di alto livello. Anche se il primo, per me, rimane assolutamente inarrivabile.
RispondiEliminaQuesto è indubbio. Raimi è sempre Raimi.
EliminaMa a livello di remake devo dire di essermi trovato di fronte ad una delle cose migliori degli ultimi anni.
Rischio il linciaggio se dico che a me Quella casa nel bosco non ha fatto effetto? Lo so, è molto probabilmente colpa mia, la poca propensione a un genere così diverso da me. Boh, però con questa festa del cinema, la scorsa sera ero quasi tentata di prendere il biglietto, non ricordo nemmeno se abbia mai visto un horror in sala...è grave??? *_*
RispondiEliminaCon me non rischi nulla. Anche a me è passato via senza lasciare grandi segni... ;)
EliminaValentina, Quella casa nel bosco ha spaccato in due le opinioni: per me è uno dei migliori horror - o omaggi al genere - degli ultimi dieci anni.
EliminaPer il resto, dai, almeno un pò di spavento in sala ci sta! :)
Giovedì sono al cinema dopo una vita. Non vedo l'ora... ;)
RispondiEliminaMi saprai dire, allora! :)
Eliminaa me invece sia Quella casa nel bosco che questo Evil Dead 2013 son piaciuti da matti, molto più che i tre film di Raimi, io si che rischio il linciaggio XDXDXD, ma come ho detto in altre sedi, Raimi e il suo cinema non sono molto nelle mie corde, ovviamente apprezzo la vecchia trilogia di Evil Dead e ne riconosco la grande importanza per il cinema di genere, ma quei tre film pur piacendomo non mi fanno impazzire.
RispondiEliminaQuesto remake invece mi ha gasato dall'inizio fino all'ultra sanguinoso finale :-)
Myers, sicuramente sia questo che Quella casa nel bosco - in particolare - sono validissimi, ma la trilogia di Raimi è una pietra miliare assoluta dell'horror e dell'umorismo nero.
EliminaIo mi prendo tutto quanto, infatti, per godere del Cinema al massimo! ;)
a me già la casa originale non ha mai fatto impazzire.
RispondiEliminauna roba troppo old-school per i miei gusti...
e questa robetta mi sa proprio di schifezzuola, soprattutto dopo la tua promozione ahah
Già quella su La casa originale è terrificante, e basterebbe.
EliminaPer quanto riguarda questo, se hai sopportato una merdina come Hansel e Gretel, questo in confronto è roba da Palma d'oro!
Sei la seconda persona che leggo e che promuove sto film. A sto punto getterò le remore e lo vedrò.
RispondiEliminaFrank, vedrai che non ne resterai deluso!
EliminaFilm sicuramente valido, girato benissimo e con dell'ultragore di prima categoria, anche se la storia della disintossicazione -nonostante in un paio di casi sia sfruttata da paura- mi ha un po' infastidito.
RispondiEliminaFratello, anche se è solo un antipasto per il prossimo romanzo vero e proprio io mi sto divertendo come un matto con hap e leonard. Cazzo gli voglio bene, leggerei anche di loro che parlano del più e del meno mentre sistemano il tetto di casa. Poi beh, quando iniziano a menare è come sempre fantastico.
Fratello, concordo sulla buona qualità di questo remake, e ti dirò, a me è parsa interessante anche la storia della dipendenza.
EliminaPer quanto riguarda Hap e Leonard, anche io gli voglio bene in qualsiasi condizione, solo mi aspettavo un qualcosa di più "pregno", come un nuovo romanzo! ;)
Non ho visto l'originale, nè i vari seguiti, ma questo sì.. Non è un vero e proprio remake e sono stata per più di metà del film con le mani sugli occhi, quindi...buon segno!
RispondiEliminaBuon segno davvero!
EliminaComunque, appena ti capita, i tre originali vanno recuperati assolutamente!
A me è piaciuto molto questo film. Certo l'originale dell'81 è tutta un'altra cosa, ma pure questo ha le sue belle carte da giocare.
RispondiEliminaIo Quella casa nel bosco l'ho amato ;)
Quella casa nel bosco stupendo, senza dubbio.
EliminaQuesto è molto ben fatto, gli pesa solo l'ingombrante presenza degli originali, che restano inarrivabili.
Io non lo considero nemmeno un film. Non mi aspettavo tanto da questo remake (sia per diverse sensibilità col passare del tempo, sia perchè ormai il tema dell'indemoniata ha fatto il suo tempo)....ma non è questo il problema...il problema è che lo trovo assolutamente indecente.
RispondiEliminaUna summa di gag comiche e splatter ...senza tensione...musichette e movimenti di camere cercano di creare una tensione che non c'è...non so che altro dire...da dimenticare
Dino, ho letto qualche opinione simile alla tua, in rete. Che dire, io l'ho trovato decisamente efficace, per essere un remake di un supercult, e anche visto senza pensarci mi è parso tecnicamente valido.
EliminaMa il bello del Cinema, a volte, sono anche i punti di vista diversi! :)
A me è decisamente piaciuto.
RispondiEliminaOvviamente non è l'originale, e per fortuna, ma è il suo remake, anche stavolta per fortuna, perché, forse, se non lo avessero dichiarato apertamente, tutti quei richiami sarebbero risultati quasi fastidiosi (tipo il viaggio in macchina iniziale "alla Shining", che mi aveva fatto temere il peggio).
Fortunatamente Alvarez è stato bravo a trovare il giusto equilibrio tra omaggio e originalita', ed il risultato funziona benissimo, per essere un remake.
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