Tremors

La trama (con parole mie): Val e Earl sono due tamarrazzi di campagna che sbarcano il lunario nella desolata cittadina di Perfection, in Nevada, come tuttofare del vicinato.

Deserto e noia, noia e deserto, decidono di trasferirsi in città e cambiare vita per darsi una scossa.

Peccato che, proprio sotto i loro piedi, e in tutta la vallata, siano in agguato dei vermoni in pieno stile Dune attratti dalle vibrazioni come api dal miele pronti a fare di tutto per impedire ai nostri di fuggire dalla loro routine.

Gli improbabili eroi dovranno quindi, in compagnia di una giovane sismologa, prendersi sulle spalle i destini dei contatissimi abitanti di Perfection e tentare di condurli alla salvezza.

Non faccio neanche in tempo a smaltire la sbornia di amarcord della trilogia di Raimi che subito mi butto a capofitto in un altro piccolo, grande cult della mia prima adolescenza, un film che, già allora, ritenni dovesse essere una porcata di proporzioni galattiche e, al contrario, si rivelò una piacevolissima sorpresa, regalandomi - ad ogni visione, anche ora, a distanza di millenni - una sana oretta e mezza di puro intrattenimento cialtronesco sotto il segno dello pseudo horror fracassone guidato da due protagonisti pressochè perfetti per la parte.

Val e Earl - che tutti i veri appassionati riconosceranno come un giovanissimo e ancora non troppo famoso Kevin Bacon e con il caratterista Fred Ward, noto per l'indimenticabile Il mio nome è Remo Williams - sono identificabili, a posteriori, come una sorta di Hap e Leonard del genere, perfetti simboli dell'amicizia virile e cazzara che tutti noi vecchi lupi di mare e frequentatori di saloon conosciamo bene - scuola grantorinesca, per aiutare i meno ricettivi in questo senso -, e che non può non divertire dal primo all'ultimo minuto.

La trovata e l'utilizzo dei vermoni attratti dalle vibrazioni, inoltre, per quanto non originalissima - a tratti ricorda le vecchie storie a fumetti degli anni cinquanta - è giostrata molto bene, e gli stessi effetti, per quanto ora decisamente datati, soprattutto nelle parti in cui le fauci delle creature fanno capolino all'aria aperta, non hanno nulla di che invidiare a pellicole ben più note anche agli stessi fan di horror e sci-fi.

Va inoltre ammesso che l'idea della macchina da presa "sotterranea" che riporta la soggettiva dei vermoni è assolutamente funzionale, in particolare nella prima parte, quando ancora protagonisti e spettatori non sanno con quale forza della Natura - o terrificante aborto da radiazioni di produzione tutta umana - dovranno effettivamente incrociare il cammino e la tensione è tenuta alta nonostante il tono scanzonato di tutta la vicenda.

La galleria degli abitanti di Perfection, giusto per aggiungere carne al fuoco, è un cult già da sè, dalla coppia di agguerriti difensori del proprio territorio armati fino ai denti al vecchio barista cinese - protagonista, peraltro, di Grosso guaio a Chinatown -, simile per certi versi ai cast dei vecchi western anni settanta in cui i piccoli centri dimenticati da Dio come questo fungevano, in qualche modo, da rifugio per freaks, fossero essi fisici o, più probabilmente, "sociali".

So già che i piccoli radical chic amanti del caos e della distruzione come Cannibale storceranno il naso di fronte ad una tamarrata di queste proporzioni, ma se non l'avete vista, concedetele una possibilità: oltre ad essere ben realizzata, è una pellicola di grande ironia, ottimo ritmo, pochissime pretese e rende alla grande lo spirito che guidava la realizzazione di film di genere di un'epoca, purtroppo, ormai tramontata.

MrFord

"I'm digging in the dirt
stay with me I need support
I'm digging in the dirt
to find the places I got hurt."

Peter Gabriel - "Digging in the dirt" -