lunedì 15 novembre 2010

Wall street - Money never sleeps

A rifletterci bene, Gordon Gekko è un pò il Tony Montana di tutti quelli che, invece di rincoglionirsi dietro una qualsiasi arma da fuoco giocando a fare i cazzo duro, hanno capito che il mondo gira attorno a ben altre dinamiche di potere, e ora sono tutti laureati in economia e fanno i soldi alla facciazza nostra di poveri peccatori della strada.
Ed anche un pò alle nostre spalle.
Più di vent'anni fa irrompeva nella mitologia anni ottanta una delle pellicole simbolo di Oliver Stone, ancora capace di scalzare, nel cuore degli spettatori, cose di molto superiori quali Jfk o Nixon, e perfettamente inseribile in un discorso molto più ampio condotto dal regista rispetto agli Stati Uniti e la loro bizzarra mitologia fatta di eccessi e cadute, talento e banalità inimmaginabili.
La stessa filmografia del vecchio Oliver, in qualche modo, rispecchia questa duplice natura, e passa da cose estremamente interessanti quali quelle appena citate a schifezze atomiche come World Trade Center, senza dimenticare gli sfoggi kolossal di Nato il quattro luglio ed Alexander, che personalmente tengo sempre in palmo di mano, tanto per essere chiari sull'argomento.
Da tempo i fan più accaniti chiedevano il ritorno sulle scene di Gordon Gekko, incastrato da Budd Fox/Charlie Sheen al termine del primo capitolo ma sempre pronto a tornare sulla breccia, ancora mosso dall'antico spirito di giocatore incallito che lo contraddistingueva.
E Stone non si fa pregare, e in men che non si dica, complici un ottimo montaggio ed una colonna sonora da urlo firmata Eno/Byrne - due leggende arrivate in diretta dai gloriosi eighties - parte alla grande confezionando una prima metà tesissima e serrata, capace di denunciare le porcate delle banche in prossimità della crisi che un paio d'anni fa colpì il mercato immobiliare americano e non solo - così come immobiliare e non solo - come in una partita di domino, e legata ad una "bolla" - come ama definirla il protagonista Jacob/Shia Labeuf - di quelle all'origine di ogni grande cambiamento della Storia, a partire dal Big Bang.
Peccato che non c'era la borsa, avrà pensato Gekko.
E i tulipani olandesi del seicento ne sanno qualcosa. Ma questa è un'altra storia.
So che vi starete già esaltando, al pensiero di un secondo capitolo partito anche meglio del primo, ed impreziosito da partecipazioni di lusso come quelle di Frank Langella - straordinario -, Eli Wallach - una leggenda - e la brevissima, stupenda apparizione di Charlie Sheen/Budd Fox - geniale il suo passaggio a "filantropo che si occupa di se stesso" -: eppure, con l'evolversi della trama e dell'elemento di fiction, questo ritorno a Wall Street perde il suo fascino, ed anche il coraggio che caratterizza lo spirito di competizione selvaggia che anima i suoi protagonisti nei meandri dei mercati globali.
Perchè se è vero che Jacob impara sulla sua pelle l'importante lezione di vivere la propria fortuna, invece di accumularla soltanto, risulta davvero arduo immedesimarsi in un protagonista che, sull'orlo della bancarotta - a suo dire, sia chiaro - stacca assegni da trentamila (!!!) dollari per la madre in difficoltà e si permette di gettare un milione di bonus aziendale (!!!) in azioni destinate alla svendita: onestamente, nell'happy ending telefonatissimo che Stone riserva ai suoi protagonisti e agli spettatori, con Gekko rinato, e di nuovo - e solo apparentemente - squalo e la festa di compleanno del figlio di Jacob e sua figlia Winnie in terrazza, riesce davvero difficile non pensare che tutto risulti come un vero e proprio schiaffo alla miseria, quasi come se qui si girasse un film su quanto ci costa fare la spesa e fosse proiettato in uno dei villaggi africani dove Bono dice di portare prosperità e invece si ferma solo un suo portavoce per ordinare come vanno cucite le magliette degli U2.
Il mondo sarà anche una questione di punti di vista, e l'Uomo l'animale più terribile e pericoloso esistente, ma sinceramente, avrei preferito vedere quanto "spietati" possono essere questi famelici giocatori d'azzardo che, dalle roccaforti della finanza, governano senza darlo a vedere tutti i giochi che dirigono il mondo, invece di un bamboccio qualsiasi fare la morale al piatto da cui mangia.
Buon appetito, Jacob.
E ricordati che parte di quelle ricette costosissime, la paghiamo noi, che abbiamo un mutuo sulle spalle.

MrFord

"Money, get away
get a good job with more pay
and you're ok."
Pink Floyd - "Money" -

12 commenti:

  1. Ricordo che quando lo vidi per la prima volta non mi piacque, ma ero troppo sbarbatello.
    Poi l'ho visto tre anni fa ed è stato come vedere la Madonna.
    Bellissimo.
    Ho letto da qualche parte che ha dei passaggi difficili, forse per via della materia trattata..
    confermi?

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  2. Ah, prima parlo del primo.
    Poi del secondo.
    Non so se si capiva...

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  3. Si capiva, tranquillo.
    Il primo mi ha sempre affascinato, nonostante non sia affatto perfetto.
    Il secondo parte fortissimo, poi si sgonfia non poco.
    Ad ogni modo sì, ci sono alcuni passaggi in wallstreetese che potrebbero risultare abbastanza oscuri, ma il succo si comprende.
    Appena lo vedi fammi sapere!
    E come va con le scatole?

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  4. per me la tensione rimane rimane alta anche nella seconda parte. l'unica cosa che non mi ha convinta è stata solo il finale, ma non credo che sia telefonato, anzi per me è stato inaspettato, visto che speravo in un finale più cattivo

    però, seppure in negativo, stone con un finale così è riuscito a sorprendermi e probabilmente gordon gekko è riuscito a giocarci un'altra delle sue beffe

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  5. Cannibale, onestamente io, più che sperare, desideravo ardentemente un finale più cattivo.
    Quello scelto mi è saputo proprio di magra consolazione.
    Ma chi può dirlo!? Gekko può sempre sorprenderci ancora!

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  6. decisamente il finale non è da film di Stone, per il resto mi è piaciuto davvero tanto, ennesima conferma che Oliver spacca i culi!

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  7. Era partito fortissimo davvero, peccato per la smorzata nel finale!
    Oliver spacca, ma solo quando non si fa prendere troppo: anche perchè, Lorant, non mi dirai che anche World trade center valeva la pena!?

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  8. un buon 90% della carriera l'ha fatta ai massimi livelli, poi certo le flessioni ce le ha avute anche lui e WTC ne è un'esempio. Certo, Oliver è un grandissimo drector, ma il vero "Maestro" si contraddistingue dal fatto che non si sputtana mai..lì poi è un altro discorso

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  9. Penso che proprio che lo vedrò allora, facendo finta di non sapere dell'infiaccamento sul finale....

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  10. Brava Ginger!
    Sono molto curioso di sapere che effetto ti farà questo secondo capitolo!

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  11. Il primo "Wall Street" era grande, bello, cazzuto. Gekko era il nuovo Mefistofele dove i soldi, o meglio, i soldi sottoforma di numeri, erano le sue personali fiamme dell'inferno. (E l'Oscar a Douglas era più che meritato). Però questo secondo capitolo a me non ha convinto. Il finale è troppo buonista. Gekko è un bastardo e un finale cattivo ci stava alla grande... peccato.

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    Risposte
    1. Concordo in pieno: un film partito bene e mal sfruttato nella sua evoluzione.
      Ma comunque resta una proposta migliore di tante altre sul genere, anche se l'anno dopo Margin Call se l'è mangiato a colazione! :)

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