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venerdì 10 settembre 2010

La guerra dei Roses

Il rapporto fra un uomo e una donna, anche nelle migliori relazioni, si sa, è frutto di un connubio quasi simbiotico di gioie e dolori che ha dato origine ad una vera e propria mitologia che tocca tutte le forme d'arte e narrazione possibili, e trova ispirazione nella realtà del vissuto di ogni artista che si sia cimentato nel genere.
Del resto, come è solito dire Joe Lansdale - "è sempre meglio parlare di ciò che si conosce bene" - ed io sono solito confermare, nessun uomo conosce un argomento meglio del "conflitto" - anche e spesso soprattutto piacevole - con la sua metà: le serate con gli amici, i pranzi al lavoro, le sbronze sono i momenti migliori in cui tutti i maschi, alfa o meno, rivelano senza pudore la loro condizione di eterni sconfitti nello scontro con il gentil sesso, specchio di una situazione che da secoli e secoli, ormai, vede imperversare - a ragione, del resto, considerate le maggiori doti di controllo, convincimento e prettamente intellettive del genere femminile - il rosa.
So che suonerà un pò sessista questo incipit, soprattutto considerato che la discriminazione e la violenza sulle donne ancora rappresentano un problema culturale enorme anche nei cosiddetti paesi evoluti e civili, ma il mio discorso è frutto di testimonianze legate alla vita nel suo normale svolgimento, in normali case e nei normali rapporti fra normali persone.
E in questo universo di normalità, non c'è verso, ma proprio per nulla, che un uomo riesca ad avere l'ultima parola rispetto alla sua compagna: a testimoniare questo fatto è il regista ed interprete Danny DeVito, avvocato divorzista ritratto nel pieno di un tentativo di recupero di un suo potenziale cliente, attraverso la macabra storia di Barbara e Oliver Rose.
Diciassette anni di matrimonio, una casa perfetta, una carriera avviata, due figli in procinto di entrare ad Harvard, solidità economica e posizione sociale: insomma, niente di meglio rispetto a quello che una qualsiasi famiglia potrebbe chiedere.
Eppure, dopo una vita passata fianco a fianco, Barbara e Oliver non sopportano più l'uno la presenza dell'altra, e complici egoismi e meschini giochi di ego, si ritrovano, sull'orlo del divorzio, a contendersi il nido che ha significato il loro stesso matrimonio.
Da questa scintilla scatta l'epica guerra che da titolo al film, favola nera che mescola Tim Burton a Sam Raimi e diviene uno spaccato crudele, divertente e cinico dell'evoluzione dei rapporti di coppia.
Le scene di culto non si contano, e l'escalation di violenza fisica, psicologica e verbale che si innesca fra i coniugi è irresistibilmente divertente quanto spaventosa, in un crescendo di colpi bassi - in tutti i sensi - che non risparmiano neppure gli animali domestici e la casa stessa, oggetto della disputa: ad ogni quasi impercettibile segno di riconciliazione dell'uno corrisponde un nuovo tiro mancino dell'altra - e viceversa -, quasi ci si trovasse all'interno della più classica delle tragedie greche o shakespeariane e che il Destino - o come lo si voglia chiamare - sarà comunque pronto, alla fine, a chiedere il suo pesante fio.
DeVito, sorta di Grillo parlante appassionato di piedi femminili, lotterà fino all'ultimo per spingere i due protagonisti a seppellire l'ascia di guerra, e ancora oltre, quando la storia dei Roses sarà solo il ricordo degli avvenimenti che scatenarono il suo ritorno al tabagismo, e il cliente di fronte a lui sarà solo un uomo normale in procinto di divorziare.
Il regista/attore incede sornione, e ricorda che una soluzione pacifica in favore della futura ex consorte o una riflessione sui motivi che hanno spinto la coppia all'unione e alla separazione con conseguente nuovo tentativo di avvicinamento sono le strade consigliate, in questi casi.
Perchè non si sa mai dove si può finire, quando inizia una guerra di cuore.
Quello che è certo, è che l'uomo può sperare solo, e miracolosamente, di pareggiare.
Fate i vostri conti, ragazzi.

MrFord

"Dress sexy at my funeral,
my good wife!
For the first time
in your life."
Smog - "Dress sexy at my funeral"-

5 commenti:

  1. Ebbbbravo Ford.
    Vedo che ti ho indottrinato bene!

    TUA MOGLIE HA SEMPRE RAGIONE, se no il tuo dvd degli Spietati verrà spezzato come un'ostia in 4 parti e rimesso sullo scaffale.
    OK?

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  2. James, poi vai a commentare i film del decennio di mio fratello. E' un timidone, non scrive mai, magari se vede che qualcuno gli risponde...

    Guarda te se tocca scrivese tra fratelli e tra marito e moglie...

    Famiglia allargata?

    A proposito, ciao Julez. Hai un marito straordinario, pochissimi in età matura hanno il coraggio di non nascondere i propri sentimenti.

    James, se ti faccio arrossire cancella pure il messaggio...

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  3. Mamma mia che coniglio hai tirato fuori dal
    cilindro!
    La fellatio con morso e lo spezzatino di cane sono due scene assolutamente idimenticabili.

    @ohDae: Ma no vai pure giù più duro, col vecchio Ford. Non si scandalizza mai. Anzi, se vuoi, ti invitiamo nel nostro club del "Timone olandese".

    @Julez: E ma che violenza... :D

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  4. Julez: Gli spietati è passato al bluray, e comunque sai che è sacro e intoccabile, quindi farò in modo che tu non debba spezzarlo in quattro.
    Dae: Vado a commentare anche tuo fratello, che non sapevo fosse Locke. Tra lostiani ci capiremo, comunque. E stai tranquillo, il vecchio "Sawyer" Ford non arrossisce facilmente.
    Dembo: Fellatio con morso da brividi al solo pensiero, ma anche la sauna e gli insulti sulla scala sono da antologia. Ad ogni modo, se Dae si sente pronto per il club del timone, è il benvenuto. Ma sono ammessi solo i veri duri e tamarri mercenari. Palla a lui.
    E The descent?

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  5. Bello mi è piaciuto, soprattutto il primo finale onirico per poi risvegliarsi -con il secondo,e definitivo finale- di nuovo all'inferno.
    Forse avrei preferito che le "creature" rimanessero un po' di più nell'ombra, o che al limite comparissero nella parte finale. Invece da metà film, entrano in scena.
    E alla grande devo dire.
    Cazzo se fanno paura quei cosi.

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