domenica 2 maggio 2010

The commitments

Da tanti anni non rivedevo The Commitments, tanto che non ricordo esattamente quando fu l'ultima volta. Di certo, prima che andassi in Irlanda.
E già lo sento: ora vi aspetterete la solita sviolinata del tipo "è proprio vero quello che dicono, gli irlandesi sono così" e via con aneddoti e cazzate simili.
Invece ve le risparmio tutte, e dichiaro ufficialmente che se allora pensavo che questo fosse solo un film carino, ora ritengo che sia un grande film non tanto sulla musica - ma che dire, Andrew Strong canta veramente da Dio! - quanto sulla vita.
Una specie di Ken Loach che pensa al sesso, più che alla politica.
Perchè, come decanta il sognatore Jimmy fin dal principio, il soul è la musica della scopata e della fabbrica, che avvicina la gente della strada ai grandi sogni delle rockstar: e questo sono, The Commitments.
Un gruppo di ragazzi di strada.
Che non dimenticano quanto importante sia l'articolo prima del nome.
Perchè l'articolo crea unicità.
Riff raff, diceva il succitato Loach.
E una splendida recensione che lessi più o meno nello stesso periodo dell'ultima volta che vidi The commitments affermava che i protagonisti di Loach, nonostante il gioco di parole (riff raff=da buttare, o qualcosa di simile) non sono spazzatura. Mai stati, e mai lo saranno.
Sono protagonisti, e non comparse: magari in una strada che non vi sognerete neppure di incrociare, o a capo di una famiglia che non incontrerete mai, o in un paese in cui non vi capiterà di fare un viaggio.
Eppure, ci sono.
E quello che fanno, nonostante un mare di stronzate che passano nel mezzo, lo fanno bene.
Tengono il palco, si direbbe in gergo musicale.
E Jimmy questo lo sa, o almeno lo scoprirà nel suo futuro, come gli rivelerà "l'illuminato" Fagen, profetico trombettista apparentemente bugiardo che da al soul quello che è del soul: un sacco di sesso.
Tutti si domandano perchè Fagen riesca a portarsele a letto proprio tutte, ma la risposta è tutta nel senso di quella musica.
Del resto, Marvin Gaye è l'unica star non schiava della droga morta perchè il padre, strafatto, gli scaricò addosso un fucile.
Il soul cambia le regole. O forse, molto più semplicemente, le riduce all'osso.
E ora non vi tirerò di nuovo fuori Kubrick ed Eyes wide shut, ma avete capito tutti, no!?
Quindi, per essere pane e salame come un bel Sexual healing, fatevi una bella - non importa che sia lunga o corta, sotto o sopra, davanti o dietro - cavalcata, poi bevetevi qualcosa e guardate The Commitments.
Ha tutta la forza, la magia, la dolcezza e la malinconia di un post scopata.
Di quelli belli, però.
Ha solo un difetto: parla male del mio adorato country.
Del resto, nessuno è perfetto!
Lo sanno tutti, anche Wilder.

"I'm gonna wait till the midnight hour!"
MrFord

2 commenti:

  1. Il cielo d'Irlanda è una donna che cambia spesso d'umore
    il cielo d'Irlanda è una gonna che gira nel sole
    il cielo d'Irlanda è Dio che suona la fisarmonica
    si apre e si chiude con il ritmo della musica
    Dal Donegal alle isole Aran
    e da Dublino fino al Connemara
    dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
    il cielo d'Irlanda si muove con te
    il cielo d'Irlanda è dentro di te

    RispondiElimina
  2. Grazie al link del post di oggi sono arrivato qui, a condividere anche questi pensieri. Uno dei miei film preferiti, a lungo rincorso e aspettato e, contrariamente a quanto succede alle cose caricate di aspettative, non deludente.
    Anni fa, con mia sorella (ottima trombettista, tra l'altro) avevamo cercato di emulare gli operai di Dublino. Con la gloria di una decina di concerti, qualche storia d'amore finita male ed un finale senza botte ma, come loro, tutti per la propria strada. Da allora questo film è ancora più mio.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...