Pagine

sabato 29 giugno 2019

Saturday's Child



Nuova puntata della rubrica in ritardo dedicata alle uscite in sala, nuova ospite - Stories, da tempo nota soprattutto tra le pagine di Pensieri Cannibali - e nuova intro, scritta proprio da Stories stessa.

MrFord

Intro di Stories: E’ un grandissimo onore essere ospitata sull’iconica rubrica di Cannibal Kid e James Ford, i due amici-nemici più esemplari della blogosfera cinematografica. Insomma, si tratta di due veri monumenti, un po’ come Sandra e Raimondo per il piccolo schermo italiano… okay, forse dopo questa mi odierete! Iniziamo bene!


"Questa cena è una tristezza. Neanche mezzo white russian!"

Toy Story 4

"Eccolo, quello è il Cucciolo Eroico." "E' più spaventoso di quanto pensassi!"
Stories: Il primo film – caposaldo della Pixar – è vecchio quanto me ed è davvero un mio personalissimo cult. I sequel, a dirla tutta, non mi hanno mai davvero appassionato. L’attesa per questo quarto capitolo, quindi, personalmente non è particolarmente fervente. Un’occasione, però, non si nega mai perché l’insolita ma collaudata accoppiata Buzz Lightyear-Woody può comunque regalare sorprese!
Cannibal Kid: Da anti-Disney e anti-Pixar (Inside Out a parte) quale sono, non ho mai capito tutto l'entusiasmo che ha sempre circondato la saga di Toy Story. A partire dal primo film con le fastidiose canzonette di Randy Newman. Sarà che da bambino io stesso immaginavo che i giocattoli prendessero vita quando non ero presente e quindi lo spunto di partenza mi è sempre sembrato molto scontato ed elementare. Lo scontro tra giocattoli nuovi e vecchi mi pare poi abbia stufato quasi quanto quello tra Cannibal Lightyear e lo Sceriffo Fordy, quindi forse sarebbe ora di trovare nuove idee. Sia alla Pixar che qui, ahahah.
Ford: ovviamente i giovani e supergiovani o finti giovani Stories e Cannibal non riescono a percepire il fascino di una saga come quella di Toy Story, che a mio parere è andata assolutamente in crescendo partendo da un primo episodio discreto per arrivare ad un terzo davvero memorabile. Inutile dire che, con i Fordini accanto - anche loro appassionati di Woody e Buzz -, sarà un piacere affrontare il quarto. Alla facciazza di Peppa e soci.

La mia vita con John F. Donovan

"Chiama subito la produzione e pretendi che riprenda Game of thrones: senza Martin la mia carriera è a rischio!"
Stories: Si parla di questo film dal maggio 2018. In Italia arriva solo ora e in buona parte del resto del mondo non ha ancora una distribuzione certa. Insomma, non hanno tutti i torti quello che lo chiamano film maledetto. Gli amichetti d’Oltreoceano l’hanno subito etichettato sbrigativamente come il primo vero flop dell’amatissimo Xavier Dolan. Sarà così? Anche se è difficile perdonare al canadese l’assenza dal cast dell’ultimo minuto della cara Chastain, l’appuntamento al cinema è già fissato. La speranza è di riuscire a sopportare Kit Harington per più della canonica oretta gameofthroniana… Sono convinta che questo film che sa dividere è davvero perfetto per i due rivali più agguerriti della blogosfera. Da che parte si schiereranno Cannibal Kid e Ford?
Cannibal Kid: Finora a sorpresa io e Ford ci siamo schierati entrambi a favore di Xavier Dolan, da altre parti della blogosfera invece inspiegabilmente odiato. C'è però da dire che abbiamo scelte differenti sui suoi film che preferiamo e credo che pure su questo potremmo pensarla in maniera differente. Sulla carta questo sarebbe dovuto essere il capolavorissimo del regista canadese e invece, prima ha eliminato del tutto le scene con Jessica Chastain anziché quelle con Kit Harington, a un certo punto sembrava che il film non avrebbe mai raggiunto le sale e poi sono arrivate le reazioni poco entusiastiche a festival e presentazioni varie. Considerando che neppure Natalie Portman negli ultimi tempi è infallibile (incredibile ma vero), ho paura che mi ritroverò a bastonare il giovane Dolan manco fosse il vecchio Ford.
Ford: Dolan è un talento da preservare e proteggere, considerato che, benchè la cosa mi porti inaspettatamente dalle parti di Cannibal, si tratta di uno dei talenti più importanti che il Cinema abbia sfornato negli ultimi vent'anni. Questo film sarà una scommessa, e se anche portasse in dote una tempesta di bottigliate, occorrerebbe considerare il tutto come una lezione e sperare che il buon Xavier faccia tesoro di tutti e continui a regalarci le emozioni che è in grado senza dubbio di regalare.

Ma

"Questa sì che è una festa, altro che quel mortorio di Dolan!"
Stories: Ricetta del classico thrillerino-horror estivo: prendi una spumeggiante Octavia Spencer, scegli una produzione di culto come quella della Blumhouse e prepara un’atmosfera accogliente ma non troppo. Tutto è pronto per quello che potrebbe essere tranquillamente il guilty pleasure di stagione. Già visto grazie alla distribuzione francese, questo Ma ha la stessa probabilità di essere una piccola sorpresina come una classica ciofeca.
Cannibal Kid: Un thrillerino-horror estivo rinfrescante ci sta sempre bene. Che poi lo si apprezzi è tutta un'altra storia, cara Stories, però lo si vede senza se e senza... ma. Ma si può vedere un film che si chiama Ma senza ma?
Ford: senza se e senza ma, direi che per l'estate una visione di questo genere potrebbe starci tutta. Che si riveli poi una piacevole sorpresa, è tutto da vedere. Un pò come quando si approccia una pellicola consigliata da Cannibal: ci sono ottime probabilità che faccia davvero paura. E non in senso buono.

Wolf Call - Minaccia in alto mare

"Ford sta guidando il sommergibile: meglio mettersi al riparo."
Stories: Dai cugini Oltralpe ha fatto pure furore. Questo dramma action dall’aria vista e rivista, però, non incuriosisce per niente. Preferisco lanciarmi – se così si può dire - sulla minaccia nucleare di Chernobyl proposta da HBO piuttosto che su un inaffidabile sottomarino francese.
Cannibal Kid: Già non m'ha esaltato manco Chernobyl, la serie più sopravvalutata dell'anno e forse di tutti i tempi, tanto adorata dai critici più radical come Ford. Figuriamoci se mi può interessare questa minacciosa tragedia annunciata. In tutti i sensi.
Ford: Chernobyl si è già quasi guadagnata il titolo di serie dell'anno, dunque direi che una visione di questo esperimento francese ci può anche stare. Alla peggio, sarà un naufragio: ma del resto, sono abituato alla situazione da quando seguo Pensieri Cannibali.

lunedì 24 giugno 2019

White Russian's Bulletin


Nuova settimana e nuovo Bulletin insolitamente in orario rispetto all'uscita e insolitamente variegato in termini di proposte: a causa della breve vacanza al mare, infatti, ho potuto chiudere i conti con un romanzo che giaceva sul comodino da troppo tempo, tentare la strada della sala e quella delle serie televisive. Non tutto, purtroppo, ha però regalato emozioni e gioie dalle parti del Saloon. Forse è l'ora, una volta festeggiata l'estate con l'ennesimo passaggio su questi schermi de Il grande Lebowski, trovare titoli che non richiedano particolare impegno: i neuroni saranno in vacanza anticipata e non si rischieranno delusioni.


MrFord



SLEEPING BEAUTIES (Stephen&Owen King, USA, 2017)

Risultati immagini per sleeping beauties wikipedia

Regalatomi da Julez più o meno all'inizio dello scorso anno e subito iniziato, il romanzo a quattro mani scritto dal Re del terrore e da suo figlio - un genere di nepotismo che non apprezzo particolarmente per quanto, forse, nella sua posizione farei esattamente lo stesso per i Fordini -, nato per essere venduto come base per una serie televisiva, ha praticamente tutte le carte in regola per essere una di quelle letture da divorare: una trama non originalissima ma interessante, un interrogativo attuale - cosa combinerebbero gli uomini in un mondo privo o quasi di donne? -, momenti onirici ed altri violenti e reali. 
Eppure.
Eppure Sleeping Beauties non riesce mai ad ingranare la marcia, non incolla alla pagina e, soprattutto, non stuzzica affatto la curiosità di scoprire come andrà a finire. Nella pratica, non crea quella dipendenza che prodotti del genere dovrebbero creare quasi per contratto.
E dunque le seicento e oltre pagine sono diventate una sorta di tappa obbligata intervallata da qualche romanzo di più veloce scorrimento nell'ultimo anno e mezzo, chiuse proprio nel viaggio in treno che mi ha portato dal resto dei Ford. Una liberazione, per quanto mi dispiaccia ammetterlo.




HELLBOY (Neil Marshall, USA/UK/Bulgaria, 2019, 120')

Hellboy Poster

Chi frequenta il Saloon da un pò ben conosce la stima che io nutra per Neil Marshall dai tempi dell'ottimo esordio Dog Soldiers e dello strepitoso The Descent, che ho mantenuto negli anni nonostante il calo nella resa dei suoi lavori sia risultato anno dopo anno evidente.
Il rilancio di Hellboy, charachter creato da Mike Mignola e portato benissimo sullo schermo qualche anno fa da Guillermo Del Toro, poteva essere l'occasione della vita per il regista scozzese di tornare a fare parlare di sé in positivo: peccato che questo Hellboy convinca poco, risulti confusionario e privo di spessore, troppo preoccupato di seminare in vista della creazione di un eventuale franchise ma davvero poco convincente sia se guardato dal punto di vista del cinecomic a largo consumo che da quello della proposta insolita e violenta di nicchia.
Un vero peccato, perchè il protagonista è un personaggio da homerun in termini di potenziale appeal, contrasti e scrittura, e in questa sede viene sfruttato davvero poco e male, finendo per risultare addirittura pesante, più che grottesco e magnetico.
Un'occasione sprecata che, purtroppo, segna e non poco il percorso di Marshall sul grande schermo, almeno per quanto riguarda il Saloon.




SUBURRA - STAGIONE 1 (Neftlix, Italia, 2017)

Risultati immagini per suburra stagione 1

Nata ispirandosi all'omonimo film e sull'onda lunga del successo di Gomorra, Suburra rappresentò, un paio d'anni or sono, la risposta di Netflix al successo targato Sky dei Savastano, poggiandosi sulle solide spalle, parlando di talento attoriale, di Alessandro Borghi, pronto con il sorprendente Giacomo Ferrara a prendere per mano un prodotto partito in sordina e forse artigianale rispetto al già citato Gomorra ma episodio dopo episodio divenuto sempre più interessante, principalmente grazie proprio al rapporto tra i personaggi di Aureliano e Spadino, interpretati rispettivamente dagli appena citati Borghi e Ferrara.
Il loro rapporto, nato nell'odio e sviluppatosi come un'amicizia che nasconde la situazione complicata di Spadino, è forse la cosa più interessante della stagione, a prescindere dalle sottotrame che vedono la Roma Capitale percorsa da intrighi che passano dalle sue strade ai salotti d'alto bordo, dal Vaticano fino alla Sicilia della Mafia: un quadro inquietante all'interno del quale i tre giovani protagonisti sono costretti a sopravvivere come pesci gettati dalla vasca di un acquario in un oceano popolato da squali.
Non parliamo di un titolo destinato a fare la storia del piccolo schermo, ma di un prodotto che, per chi ama il genere, rappresenta una buona alternativa made in Italy e, potenzialmente, potrebbe perfino fare "il grande salto". Un pò come i suoi protagonisti.


domenica 23 giugno 2019

Sunday's child



Nuova puntata della rubrica a tre più nota della blogosfera dedicata alle uscite in sala della settimana e nuovo clamoroso ritardo portato a casa dal vecchio cowboy qui presente alle prese con una goduriosa trasferta marina in famiglia prima di affrontare il tempo che separa i Ford tutti dalle ferie più classiche di agosto.
A fare compagnia a me e al mio nefasto compare Cannibal Kid questa volta uno dei lettori più fordiani presenti al Saloon, Bobby Han Solo, che giunge a darmi man forte rispetto alle sempre deprecabili opinioni cinematografiche di Peppa.


MrFord


"Il look fordiano, effettivamente, fa sempre la sua porca figura."
LA BAMBOLA ASSASSINA

"Sei sicura che per il compleanno sia stata una buona idea regalarmi un Cannibal Kid?"
Bobby Han Solo: Premetto che l'unico film di Chucky che ho visto per intero è stato La Sposa Di Chucky e mi era anche piaciuto. Qui in questo nuovo remake/reboot/requalcosa, mi sembra di ritrovare il personaggio in un' ambientazione stile Black Mirror, d'altronde i tempi cambiano e i sistemi operativi si aggiornano, e probabilmente anche quelli che animano le bambole assassine armate di coltello che fa sempre "zing" quando viene inquadrato anche se non sfrega contro niente (regole degli effetti sonori).
Cannibal Kid: Credo di aver visto pure io solamente La sposa di Chucky, anche se non ricordo se l'ho guardato per intero, dato che era l'epoca in cui alcuni film li vedevo ancora in tv e quindi può darsi l'abbia beccato a metà facendo zapping. Fatto sta che pure a me aveva piuttosto divertito, sebbene non abbastanza da recuperarmi il resto della saga. Cosa che significa che pure questa versione aggiornata del bambolotto con cui è cresciuto (male) Ford potrei beccarmela sì, ma giusto a tempo perso, facendo “zapping” tra i siti più o meno legali di streaming.
Ford: Chucky è uno dei personaggi più divertenti ed irriverenti del panorama horror, tanto che se una volta tanto Peppa mi desse ascolto recuperando quantomeno il primo film della saga si ritroverebbe abbastanza in linea con la cattiveria e la sfrontatezza del personaggio.
Per quanto mi riguarda, questo è un film perfetto per l'estate, e Chucky da queste parti è sempre il benvenuto. Quindi ben venga!

RAPINA A STOCCOLMA

"Se non dovessi tornare e Cannibal Kid dovesse varcare quella porta, non esitare a fare fuoco."
Bobby Han Solo: Hehehee Mark Strong capellone è forte... Comunque sembra interessante la "assurda storia vera" che racconta com'è nata la Sindrome di Stoccolma. Tra l'altro se avete seguito La Casa Di Carta, accadeva anche in quella serie una situazione analoga. E poi c'è Noomi Rapace bionda. E Ethan Hawke. Insomma sembra un buon cast.
Cannibal Kid: Ammetto di soffrire della sindrome di Stoccolma, o qualcosa del genere. Sono stato costretto con la violenza da Ford a iniziare questa rubrica insieme a lui e ora non riesco più a farne a meno. O forse è lui che soffre della sindrome di Stoccolma nei miei confronti?
Come sia o come non sia, direi che questo film va visto. Se non altro per cultura generale e poter poi fare i fighi raccontando le origini di tale sindrome.
Ford: ho già visto il trailer su Spotify almeno un miliardo di volte, e pare una cosetta simpatica con un buon cast. Il vero mistero ora è capire se è Cannibal a soffrire la sindrome di Stoccolma per me o io per lui. Sarà Bobby a decidere.

ARRIVEDERCI PROFESSORE

"Hai bevuto solo due white russian!? Ma non mi fare ridere! Perfino Cannibal reggerebbe!"
Bobby Han Solo: Prima impressione: Johnny Depp che crossoverizza L'Attimo Fuggente con Paura E Delirio A Las Vegas. Tra l'altro sospetto che gli venga anche abbastanza naturale...
Cannibal Kid: Così come lo racconta Bobby Han Solo – che a sua volta è un crossover tra un noto cantante italico e un personaggio fantascientifico entrambi eroi dell'infanzia di Ford – questo film rischia di essere figo. Nella pratica potrebbe solo essere l'ennesimo fallimento di un attore un tempo lontano sinonimo di grande cinema e oggi spesso sinonimo di porcheria. A mai più rivederci prof. Depp.
Ford: considerato il livello di bollitura di Depp, direi che questa versione finto alternativa del bellissimo L'attimo fuggente si rileverà allo stesso livello delle ultime fatiche recitative dell'ex superdivo alternativo per antonomasia. A meno che Cannibal non lo stronchi, lo eviterò con piacere.

LA PRIMA VACANZA NON SI SCORDA MAI

"Ho provato ad invitare quei bloggers in vacanza con me, ma niente da fare. Sarà colpa mia, o saranno loro a non voler dividere l'ombrellone?"
Bobby Han Solo: Film "franscese" e non ho un buon rapporto con i film "franscesi", a parte Amelie e alcune cose di Asterix. Sospetto che il trailer contenga esattamente le scene più divertenti (il che è tutto dire). Per cui... lo giudico con un boh...
Cannibal Kid: Per me è il contrario di Bobby Han Solo. Adoro il cinema franscese, tranne fastidiose robette stereotipate come Amelie. Questa romcom ai tempi di Tinder mista a un'avventura on the road potrebbe quindi essere una rinfrescante visioncina-radical-chicchina-francesina-stronzettina estiva. Alla faccia degli haters di tutto ciò che è leggero (tranne le ciofeche action di serie Z) come il pesante Ford.
Ford: francesata che se fosse radical potrebbe andare bene giusto per Peppa e i suoi amichetti ma che, nel caso in cui si rivelasse una specie di Appartamento spagnolo, potrebbe anche incontrare i gusti della parte giramondo e da rimorchio del vecchio cowboy. Una visione, comunque, potrebbe starci. In fondo siamo in estate.

lunedì 17 giugno 2019

White Russian's Bulletin



Settimana particolare, per il Saloon, che tra lavoro e primi assaggi di vacanze riesce non solo ad essere puntuale nelle pubblicazioni dei post, ma anche a recuperare titoli più impegnati ed impegnativi, in barba alla stagione che, per eccellenza, richiede una bella pausa ai nostri neuroni provati dalla quotidianità.
Una settimana dunque non ricca in termini numerici - del resto, ormai, i sette/dieci film di qualche anno fa me li scordo - ma decisamente stimolante.


MrFord



THE PERFECTION (Richard Shepard, USA, 2018, 90')

The Perfection Poster

Ogni giorno di più Netflix consolida non solo la sua presenza in termini di bacino di utenza, ma anche l'impatto che, nel tempo, ha avuto e sta avendo sul Cinema come lo abbiamo sempre inteso: da parecchio, infatti, penso che il futuro della settima arte vada cercato non tanto - purtroppo - nella realtà delle sale ma in quello dell'on demand fatto esplodere proprio da Netflix stesso, allo stato attuale una realtà con la quale fare i conti non solo pensando alle serie tv ma anche ai titoli che, fino al suo avvento, sarebbero stati esclusivamente destinati alla distribuzione "tradizionale".
Diretto da Richard Shepard, che si era fatto volere gran bene da queste parti per Dom Hemingway, questo The Perfection, giunto sugli schermi di casa Ford spinto dal tam tam della blogosfera, si è rivelato una visione non perfetta ma senza dubbio in grado di rimanere impressa per argomenti alti - i continui plot twists, le differenti vedute e ribaltamenti del revenge movie - e bassi - il trash molto anni novanta stile Boxing Helena, una gran bella sequenza lesbo che fa sempre la sua figura, un'altro passaggio divenuto subito argomento di discussione che non è così clamoroso ma senza dubbio un esperimento mai o raramente provato -, poco plausibile ma guardabilissimo, un buon modo per avere conferma che il Cinema, quando ci sono idee, può essere sempre stimolante anche quando, tornando sul titolo, la perfezione resta ben lontana.




BILLIONS - STAGIONE 3 (Showtime, USA, 2018)

Billions Poster

Quando si parla di serie tv, una delle cose più difficili che si possa immaginare è trovare quei titoli in grado di mantenere alto lo standard stagione dopo stagione, senza banalizzare i personaggi principali o le situazioni, cadere nel troppo melodrammatico o nello scontato, cominciare a non giustificare più nulla o quasi.
Billions, partito e sviluppatosi in sordina rispetto ad altri titoli saliti alla ribalta delle cronache negli ultimi anni, al terzo giro di giostra può senza troppi patemi dichiararsi parte della categoria: attorno al rapporto in continua evoluzione - e che evoluzione! - tra Chuck Rhoades e Bobby Axelrod gli autori hanno predisposto un'architettura complessa di situazioni e comprimari profondi e credibili, giustificando ogni colpo di scena, lasciando che i due main charachters prendessero binari diversi e apparentemente di direzioni opposte per poi riportarli drasticamente vicini, e in un modo che non ci si sarebbe potuti aspettare tornando alle due stagioni precedenti e ad una parte di questa, pur spesa con Chuck e Axe alle prese con nemici diversi da loro stessi.
Come sempre grande lavoro attoriale di Giamatti e Lewis, solida la scrittura ed avvincente il prodotto, anche per chi, come questo vecchio cowboy, di borsa e legislazione capisce più o meno quanto di danza classica: inutile dire che l'hype per la season four partita in primavera è già altissimo.




IL TRADITORE (Marco Bellocchio, Italia/Francia/Brasile/Germania, 2019, 135')

Il traditore Poster

Ricordo bene, ai tempi delle medie - parliamo dei primi anni novanta -, quando a scuola qualcuno "la cantava" e veniva additato come un "Buscetta", una spia, una persona che andava e doveva essere emarginata. Nella logica di ragazzini spesso insensibili per età e spessore culturale, si seguiva la moda ispirata dalle vicende del più noto tra i collaboratori di giustizia in anni in cui la Mafia insanguinava l'Italia simbolicamente come non aveva mai fatto prima, gli anni di Falcone e Borsellino, due dei più grandi personaggi pubblici che il nostro Paese abbia mai conosciuto nella sua Storia.
Bellocchio, regista inossidabile in pieno stile Clint - per quanto, politicamente, i due non potrebbero essere più diversi -, autore di film grandiosi come I pugni in tasca, L'ora di religione, Buongiorno notte, Vincere, mostra uno dei personaggi più controversi di quel periodo da un lato che non ci aspetteremmo, il più terribile, naturale, sfaccettato di tutti: quello umano.
Tommaso Buscetta era un criminale, eppure nel corso di oltre due ore serratissime per piglio e ritmo, nel suo rapporto con Cosa Nostra ed i suoi esponenti - mostrati nella banalità terribile del loro male e dell'ignoranza che circondava figure come quelle di Riina - e soprattutto con il già citato Falcone - la scena più bella della pellicola, il loro ultimo saluto, è da brividi - quella che emerge dalla pellicola è la sua componente umana, la stessa che rende l'Uomo l'animale più pericoloso che esista ma anche quello in cui, in una misura o nell'altra, da appartenenti alla specie ci riconosciamo.
E così, pur essendo assolutamente dalla parte di Falcone, pur essendo contrario al concetto di "spione" non per omertà ma per correttezza, ho finito a passare ogni minuto della visione mettendomi dal lato della barricata di Buscetta, osservando le scelte che, in situazioni estreme, è necessario compiere per tutelare se stessi ed i propri figli, osservando uno Stato spesso e volentieri più criminale dei criminali - clamorose le apparizioni di Andreotti -, il degrado morale che colpisce non solo la società ma anche le associazioni a delinquere, mi sono ritrovato in lui quando dichiara sempre a Falcone "Riina ha sempre preferito esercitare il potere che fottere, io no. Io ho sempre amato le donne". E a conti fatti, ho riflettuto che, se fossi stato l'ultimo di diciassette figli in una famiglia povera della Palermo degli anni venti e trenta, se fossi cresciuto in un ambiente che lasciava ben poche possibilità di scelta, da uomo che ama più le donne e la famiglia che non il potere, forse sarei finito esattamente come lui.
Avrei stimato Falcone perchè avrei invidiato il suo coraggio e la sua integrità, mentre io sarei stato banalmente un peccatore, per dirla alla vecchia maniera.
Essere umani è sfaccettato, ma anche clamorosamente semplice.
Raccontarlo, però, è una cosa da Maestri. Come Bellocchio.


giovedì 13 giugno 2019

Thursday's child



Nuova settimana di uscite ed incredibile nonchè clamoroso sfoggio di puntualità nel pubblicare il post del sottoscritto dopo settimane passate a sfiorare la fine del weekend.
Per festeggiare a suon di zombies questo evento più unico che raro, il mio rivale Cannibal Kid e la mitica Marika Paracchini, pronta a dare in pasto ai defunti il mio ancora vivo e vegeto antagonista.


"Per riprendermi dall'hangover dopo essere uscita a bere con Ford mi ci vorrà ben più di una sciacquata al viso!"
I morti non muoiono

Ford alla ricerca di Cannibal per le strade di Casale.
Marika: In casa mia ci sono tre altari a cui rivolgere le preghiere la sera: uno per Jim Jarmusch, uno per Bill Murray e uno per Adam Driver. Della Swinton, della Sevigny e di Buscemi ci sono i santini esposti. Sono qui che non penso ad altro che a questo film da mesi.
Finalmente ci siamo!
Sarà bellissimo, sono già di parte.
Cannibal Kid: A casa mia invece c'è un altare dedicato a Selena Gomez, e pure i santini di Iggy Pop e Chloë Sevigny. Quanto a Jim Jarmusch, sono sempre combattuto nei suoi confronti: è capace di capolavori come Ghost Dog, ma pure di robe soporifere quasi quanto i film spacciati per entusiasmanti da White Russian, tipo The Limits of Control e il deludente Solo gli amanti sopravvivono. I morti non muoiono sulla carta sembra stellare, però a Cannes non è che abbia entusiasmato più di tanto e rischia di essere l'ennesimo comedy zombie movie giunto fuori tempo massimo. Sarà bellissimo? Lo spero, ma non ci conterei del tutto.
Ford: purtroppo per me devo convenire con Cannibal non solo rispetto a Jarmusch ma anche sui film che ha citato, dallo strepitoso Ghost Dog al noiosissimo Solo gli amanti sopravvivono. Sulla carta I morti non muoiono promette scintille, speriamo solo che non si riveli la classica cannibalata senza speranza.

Climax

"Non stai bene? Hai bevuto anche tu la sangria allucinogena?" "No, qualche white russian di troppo con Ford!"
Marika: Restare indifferenti al “nuovo” Noé è impossibile.
In questo caso però è quasi facile ignorare l'uscita in sala perché è passato così tanto dalla sua distribuzione internazionale che tanto gli italiani interessati lo hanno già visto a casa propria pescando da torrenti dell'internet, e nei multisala lo troveremo nelle sale piccine e isolate, quelle in cui non tolgono nemmeno le ragnatele, e lo vedranno in 5. Probabilmente quei 5 in ogni caso lo avranno comunque già visto a casa e passeranno la visione a toglierle loro, le ragnatele.
Cannibal Kid: Esatto. Film già visto, già goduto alla grande e già più o meno recensito (http://www.pensiericannibali.com/2019/03/climax-sangria-portami-via.html). Un trip folgorante, giunto talmente in ritardo in sala che sul web è riuscito a recuperarlo persino quell'antitecnologia di Mr. Ford. Cosa che dovrebbe far riflettere in maniera seria i nostri distributori.
Ford: evidentemente c'è qualcuno che riesce ad essere più in ritardo di me quando pubblico la rubrica dedicata alle uscite in sala, e questo qualcuno sono i distributori nostrani, che portano in sala un film come sempre notevole del notevole Noè già uscito in tutto il mondo e passato ovviamente anche attraverso la blogosfera da tempo. Non credo il suo incasso sarà memorabile, così come penso che finirà solo nelle sale da ragnatela di cui parlava Marika, ma se non l'avete ancora visto, guardatelo.

Beautiful Boy

"Io non voglio passare le vacanze estive a Casale chiuso nella cameretta di Cannibal!"
Marika: Mi dispiace fare la bastian contraria ma a me di Chiamami col tuo nome non è piaciuto quasi nulla, quindi sono del tutto indifferente a Chalamet e alla sua improvvisa fama. Anzi, comincio quasi ad essere piena di vederlo ovunque. Bravo, eh, ma non ha la faccetta troppo pulita per fare il tossico? Sembra quasi una caricatura.
Il vero motivo per cui salterò ben volentieri la visione di questo film però è che il trailer mi è passato in sala così tante volte che adesso per dispetto non ci vado, tiè.
Cannibal Kid: Chiamami col tuo nome nel 2018 è stato eletto film dell'anno sia da Pensieri Cannibali che da White Russian. Venire qui in questa rubrica a dire certe cose quindi è un po' come uno che va a gridare: “Aprite i porti” a un comizio di Salvini. Ci va coraggio, quindi onore a Marika. Adesso comunque si vada a sciacquare la bocca, ahahah.
Quanto a Beautiful Boy, si rivelerà anche un beautiful movie? Il mio responso arriverà a breve...
Ford: penso che Marika, che mostra un coraggio tutto fordiano nel demolire il film dell'anno duemiladiciotto per me e Cannibal nel corso di questa rubrica, debba concedersi un paio di White Russians per tornare sulla retta via cinematografica. Non vorrà mica ridursi come il Cucciolo Eroico, che azzecca un parere o due all'anno!?
Per quanto riguarda questo film, sono ovviamente in ritardo e ancora non l'ho visto. Chissà quando comparirà dalle parti del Saloon?

Blue My Mind

"E' uscita la nuova rubrica delle uscite in sala." "Leggi cosa scrive Marika, degli altri due vecchi non ci importa nulla."
Marika: Di questo film non ne sapevo nulla, adesso ho guardato in giro di cosa si tratta e sono sotto un treno chiamato Lisa Bruhlmann. Sa un po' (un po' troppo?) di quel magnifico Raw uscito qualche tempo fa e che aveva fulminato tutti. Se Il segreto dei miei anni dovesse rivelarsi una caciaronata l'unica fulminata sarà proprio Lisa, perché non si illude la gente così.
Cannibal Kid: Questa settimana sono preparatissimo. Oltre a Climax e a Beautiful Boy, ho già visto anche questo Blue My Mind, grazie a un ottimo sito radical-chic che consiglio a tutti, persino a Ford (https://filmperevolvere.it/blue-my-mind-subita/). È un coming of age adolescenziale con venature fantasy e horror che, come giustamente ricorda Marika, va un po' dalle parti di Raw, ma con una personalità tutta sua. In sala o altrove, quindi, non perdetevelo.
Ford: per una volta Peppa fa una segnalazione molto interessante che probabilmente sfrutterò. Per il resto, spero che questo Blue my mind, come fece Raw, possa sorprendermi in positivo nonostante senta il fastidioso olezzo della radicalchiccata fin da qui. Staremo a vedere.

Il grande salto

"Dici che in questo posto servono il white russian?" "Secondo me qui è già tanto se riescono a fare un caffè."
Marika: La settimanale uscita italiana mi lascia indifferente come sempre. So così poco di cinema italiano che la sola cosa che ricordo di Ricky Memphis è che ha fatto Tutti pazzi per amore, e va bene che amo tanto Tutti pazzi per amore ma non mi basta per avere voglia di vedere l'esordio alla regia di Giorgio Tirabassi, che ricordo solo in Distretto di polizia. Siccome Distretto non mi piace quanto Tutti pazzi per amore niente film di Tirabassi per me.
Cannibal Kid: Visto che si parla di fiction italiane, io Giorgio Tirabassi l'ho visto e apprezzato ne I liceali e La linea verticale. Apprezzato, ma non abbastanza da vedermi questo suo grande salto nella regia. Attendo invece con una maggiore curiosità un altro grande salto: quello di James Ford all'infuori della blogosfera.
Ford: come al solito il Cinema italiano non manca di non invogliarmi ad andare in sala, con le sue solite proposte troppo italiane che neppure Cannibal con la sua curiosa febbre da produzioni tricolori avrebbe voglia di vedere. Ovviamente lo ignorerò, concentrandomi sul dare l'ennesima delusione al mio rivale annunciando che il salto all'infuori della blogosfera che tanto sogna non avverrà mai prima del suo.

mercoledì 12 giugno 2019

White Russian's Bulletin



L'estensione del ritardo della rubrica dedicata alle uscite in sala al Bulletin è ormai una nuova e favolosa tradizione del Saloon, sempre più schiavo degli orari ballerini del lavoro e delle sessioni in palestra del vecchio cowboy. Questa settimana, però, non porta in dono solo il misero titolo rosicato resistendo alle penniche da divano, ma almeno un paio di interessanti visioni - una in particolare - pronte a scuotere lo spettatore nel profondo.


MrFord



ALADDIN (Guy Ritchie, USA, 2019, 128')

Aladdin Poster

Il primo dei titoli a passare dal bancone del Saloon, nonostante quello che ho scritto poco sopra, non rientra nel novero di quelli destinati a scuotere lo spettatore: consueto sfoggio di denaro, effetti e poche idee della Disney legata alle rivisitazioni live action dei suoi più classici film d'animazione - rivisitazioni che non sto amando per nulla -, il lavoro di Guy Ritchie - sono lontani i tempi di Lock&Stock - è tecnico ma da emozioni zero, il genio di Will Smith - che pure mi è sempre stato simpatico - troppo gigioneggiante per risultare simpatico quanto l'originale, la riproposizione della storia, per chi ha amato il cartoon, poco incisiva.
Perfino i Fordini, che per settimane avevano chiesto di guardarlo, hanno prestato scarsa attenzione se non nei momenti destinati alle nuove versioni delle canzoni più famose: nulla di particolarmente brutto, dunque, ma davvero incapace di rimanere davvero impresso nella memoria. Che forse è anche peggio.




UNICORN STORE (Brie Larson, USA, 2017, 92')

Unicorn Store Poster

L'esordio dietro la macchina da presa di Brie Larson, attrice molto amata sia dal grande pubblico che da quello radical, è passato attraverso Netflix e la blogosfera come una piccola tormenta, lasciando incantati molti dei miei colleghi da queste parti: approcciato quasi per caso nel corso di una cena in solitaria post palestra, si è rivelato un esperimento interessante e a tratti magico, coraggioso nel raccontare il disagio e anche la ricostruzione di se stessi attraverso una storia d'amore - perfetto il personaggio di Virgil, il migliore della pellicola -, in grado senza dubbio di incantare o, comunque, tornando al discorso a proposito di Aladdin e Guy Ritchie, di rimanere comunque nella memoria e nel cuore.
Di contro, si tratta senza dubbio di un'opera molto naif - in alcuni passaggi pure troppo, per usare un vecchio adagio -, rischiosa nell'utilizzo di personaggi come quello interpretato da Samuel Jackson - decisamemente caricaturale e forzato, a mio parere - e ostica per chi, di norma, lascia che i sogni e un certo tipo di approccio alla vita restino ben chiusi in un cassetto. 
Problemi loro, normalmente mi verrebbe da dire, e forse è così: ma se anche a chi quel cassetto lo tiene ben aperto la sensazione della sbronza da eccesso di "unicornità" viene, significa forse che la buona Brie si sia lasciata almeno in parte fuggire il controllo della sua creatura. 
Che comunque, difetti compresi, ha davvero dei signori colori.




CHERNOBYL (HBO, USA/UK, 2019)

Chernobyl Poster


Ricordo solo vagamente la primavera dell'ottantasei, quando anche in Italia giunse la paura della nube tossica figlia del terrificante incidente di Chernobyl, quando consigliarono di evitare insalate, latticini, prodotti freschi: la tragedia legata all'esplosione del reattore numero quattro della centrale, considerata - con quella di Fukujima del duemilaundici - la più grave della Storia dell'umanità nell'ambito del nucleare, ha generato nel tempo polemiche, sospetti, opinioni e ogni sorta di punto di vista nato e sviluppato prima e dopo la disgregazione dell'URSS.
Craig Mazin, a partire dalla cronaca dell'incidente, regala cinque episodi di quello che più volte mi è apparso come un vero e proprio horror, portato in scena dagli errori umani e dalle bugie che provocarono un disastro di proporzioni clamorose che, senza il sacrificio di uomini e donne impegnatisi per mesi per contenerlo avrebbe potuto essere addirittura biblico: dalle strade di Pripyat - la città più colpita dalle radiazioni, oggi fantasma - alla centrale stessa, per finire attraverso i corridoi del potere più o meno occulto dell'Unione Sovietica al principio della sua disgregazione, assistiamo ad una lotta di cui si fanno simbolo i personaggi - scritti alla perfezione - di Legasov e Shcherbina, i due responsabili delle operazioni di contenimento dell'incidente, interpretati ottimamente da Jared Harris e Stellan Skarsgaard.
Una storia terribile raccontata con la tensione del thriller ma che riesce, al contempo, a far riflettere sui ruoli della politica e della Scienza, e sull'indefessa ricerca della verità insita in quest'ultima, pronta a muovere i cuori e le vite di chi nella stessa ha deciso di credere.
Un lavoro monumentale e da brividi, che tiene inchiodati allo schermo e si presenta come uno dei titoli più importanti che il piccolo schermo abbia regalato al pubblico non solo quest'anno, ma dai tempi della prima stagione di True Detective.
Se non l'avete fatto, dunque, abituate le orecchie al raggelante ronzio dei contatori geiger, indossate le giuste protezioni ed avventuratevi in un viaggio dal quale sarà impossibile uscire come si era prima.


giovedì 6 giugno 2019

Thursday's child


Nuova settimana di uscite e, straordinariamente in orario, nuova puntata della rubrica a tre per antonomasia della blogosfera: a questo giro, fortunatamente, insieme al mio rivale Cannibal Kid, interviene il fordiano - quantomeno per età - Lucius Etruscus, altro pilastro che ha resistito e continua a resistere agli anni d'oblio di questo nostro mondo.


MrFord


"Sono il super coniglione Cucciolo Eroico, e sono qui per combattere tutti i Ford della blogosfera!"

X-Men - Dark Phoenix

Katniss Kid e Ford alla guida della rubrica dedicata alle uscite cinematografiche.
Lucius: Era addirittura mezz'ora che nessuno parlava della Marvel, si sentiva il bisogno di un suo nuovo film al cinema. Ovviamente la Terra sarà in pericolo grazie ad una minaccia così minuziosa che vuole distruggerla un centimetro alla volta, nella (in)sana tradizione del film catastrofico classico, dove i distruttori di mondi inseguono gli umani per frasche e cespugli. Grazie al trailer sappiamo che non manca un altro grande classico, come le armi da fuoco utilizzate contro potenze paranormali che se ne fanno un baffo. Misteri del popolo più armato di tutti.
Il curioso paradosso è che dagli anni Settanta il gusto italiano ha rigettato con sdegno e dileggio il wuxiapian di Hong Kong, perché gli spettatori nostrani consideravano ridicoli dei personaggi che volavano di qua e di là e che gesticolavano prima di dar vita a scontri paranormali fatti di luci colorate ed esplosioni posticce. Fino agli anni Novanta questi film erano considerati stupidi e bambineschi: come cambiano i gusti...
Una curiosità. Per il tour promozionale all'attrice Jessica Chastain è stato detto espressamente di non utilizzare il termine "alieno" per il suo misterioso personaggio. Arrivata al "The Graham Norton Show", irresistibile spettacolo britannico molto disinvolto e frizzante, l'attrice si è potuta rilassare: oh, andiamo, è un alieno! Agli spettatori stabilire se l'attrice abbia frainteso il proprio ruolo.
Cannibal Kid: Nonostante questo sia l'ultimo lavoro degli X-Men all'infuori del Marvel Cinematic Universe, vista la recente acquisizione di Fox da parte della Disney mangiatutti, di altri film in qualche modo legati alla Marvel di certo non sentivo il bisogno io. Almeno prima dell'uscita di Avengers: Endgame, che mi ha trasformato in un quasi fan dei cinecomics...
Okay, non esageriamo. Resto sempre un babbano della Marvel, però questo X-Men - Dark Phoenix ammetto che un po' mi attira, più che altro per le X-Women presenti. Posso davvero perdermi un film in cui ci sono sia l'aliena Jessica Chastain che la mystica Jennifer Lawrence?
Ford: la saga degli X-Men cinematografici non è riuscita a conquistarmi quanto quella del Cinematic Universe degli Avengers - nonostante ai tempi in cui divoravo un fumetto dopo l'altro i mutanti fossero nettamente i miei favoriti tra i due -, ma resta una valida proposta di intrattenimento fracassone con risvolti di riflessione. Questo Dark Phoenix porta sullo schermo uno dei momenti più noti degli Uomini X tra le pagine dei loro albi, e sono curioso di scoprire come avranno deciso di riproporlo. Senza contare che, come purtroppo giustamente scrive Peppa Kid, sarebbe inaccettabile perdere un film dove compaiono Jessica Chastain e Jennifer Lawrence.

Pets 2 - Vita da animali

"Ti assicuro che è impossibile che quel coniglione possa battere Ford."
Lucius: Continua lo sfruttamento animato della vita segreta degli animali da compagnia, novella scoperta dei distributori in eterna disperata ricerca di un qualsiasi argomento che giustifichi l'utilizzo di animali teneroni da trasformare in ricco merchandising, mentre i doppiatori originali possono legare la propria voce ad un prodotto per l'infanzia che porta sempre grandi speranze di profitti. I genitori che portano i figli a vedere il film sono contenti perché per due ore i pargoli staranno buoni, quindi alla fine vincono tutti: io compreso, che starò ben lontano da film come questo e i suoi vari simili.
Cannibal Kid: Pure io sarò contento di girare al largo da questo film. Nonostante abbia trovato il primo Pets simpatico e a tratti addirittura divertente, la voglia di guardarmi un secondo capitolo è sotto lo zero. Lascerò l'arduo compito ai poveri Fordini, che saranno trascinati da quel bambinone di loro padre Ford a vederlo in sala.
Ford: fortunatamente per me i Fordini attraversano un periodo supereroistico che sto cercando di equilibrare con il recupero dei classici anni ottanta come La storia fantastica, La storia infinita o I Goonies. Quindi, per il momento, dovrei essere salvo. Anche perchè avevo trovato già il primo Pets abbastanza inutile e non sentivo certo il bisogno del secondo.

Juliet, Naked - Tutta un'altra musica

"Ti assicuro che invece di questa robaccia che beve Marco Goi, sarebbe molto meglio un bel White Russian."

Lucius: Quando agli inizi del Duemila venne scoperto Nick Hornby sembrò il secondo avvento del Messia, poi come sempre l'entusiasmo si è trasformato in moderata indifferenza. Nick però è sempre lì a suggerire storie per il cinema e questa commedia romantica sembra partire con tutti i piedi giusti. Piedi come Rose Byrne e Chris O'Dowd, due bravissimi attori britannici che sembrano destinati a formare una coppia come l'acqua e l'olio, fredda e spietata lei quanto tontolone lui. Il terzo incomodo è un Ethan Hawke in grande spolvero, un attore che non può deludere, anche quando delude. (Nel buio della sala sono andato nello spazio con il suo "Explorers", quel 1985, e da allora con Ethan vado tranquillo, ad occhi chiusi, anche quando fa film che potevano essere evitati.)
Riuscirà la commedia, che sembra promettente, ad essere meno "americana" del solito? Me lo auguro.
Cannibal Kid: La parentesi di Lucius nell'universo di Explorers ha i toni nostalgici di un post fordiano, ma glielo perdono perché quello è un film mitico. Mica come le porcheruole action 80s tanto esaltate dall'autore del sopravvalutato blog White Russian. Quello che Il Zinefilo dice su Nick Hornby è inoltre parecchio vero. All'inizio esaltato, poi trattato con maggiore indifferenza, anche da me e anche dalle numerose trasposizioni cinematografiche dei suoi lavori. In tal senso gli ultimi adattamenti, l'italiano È nata una stella e Non buttiamoci giù, sono stati parecchio scarsini. Io comunque al buon vecchio Nick Hornby voglio sempre bene, questo Juliet, Naked sembra riportare dritti dalle parti di Alta fedeltà e quindi non mancherò di vederlo.
Ford: a Hornby vorrò sempre bene per Alta fedeltà, quindi nonostante negli anni pare si sia appannato e non sempre le proposte cinematografiche tratte dai suoi romanzi sono state di livello eccelso - anzi - potrei concedere il beneficio del dubbio a questa commedia romantica che pare uscire dai classici binari della commedia romantica, quantomeno di quella estremamente fastidiosa che va di moda di questi tempi. Detto ciò, resta solo da vedere come sembrerà a Cannibal: dovesse gridare al miracolo, girate al largo.

Polaroid

"Pare incredibile, ma quando Ford e Lucius erano bambini, esistevano queste macchine fotografiche."
Lucius: Gli anni Ottanta cominciano a far male, anche quelli posticci di questo revival apocrifo del Duemila. (Essendo io del 1974, questi fasulli anni Ottanta cinematografici non corrispondono minimamente a quelli che ho vissuto in pieno.) Giovani autori esordienti, pronti a recuperare tematiche horror di quel periodo, ci regalano un film senza sottigliezze e che probabilmente nel trailer dice già tutto, facendo supporre solo tanta noia come solo i più grandi horror del Duemila sanno fornire. Dopo lo splendido thailandese "Shutter" (2004), già portato in versione americana nel 2008, difficilmente il tema offrirà un minimo di interesse, soprattutto alla fiera dello jump scare che questo filmetto promette d'essere.
Vista la disperata ricerca di temi anni Ottanta da propinare ai millennials di bocca buona, propongo un film horror sul Dolce Forno Herbert indemoniato, o magari la storia di un demone che vive in una confezione di Pongo Didò.
Cannibal Kid: Essendo nato mooolti anni dopo Lucius e anche James Ford, sebbene non sia proprio un millennial, in questo eterno revival dei fasulli anni '80, partito con Donnie Darko e proseguito poi fino a Stranger Things, ci sguazzo ancora alla grande. L'uscita di Polaroid si è fatta attendere parecchio, ancor di più di quanto ci voleva a una foto per uscire dalla Polaroid, a causa del fallimento della Weinstein Company, ma ora arriva nelle sale. Finalmente! Per chi è in cerca di horrorini scemi con protagoniste delle starlette di serie tv come Kathryn Prescott, Samantha Logan, Katie Stevens e Madeleine Petsch, è un guilty pleasure da non mancare.
Ford: inutile dire che sto con Lucius tutta la vita, non solo perchè condividiamo il decennio di nascita ma soprattutto perchè per considerare il revival di un periodo devi averlo vissuto o quantomeno averlo saputo vivere attraverso le opere che ha regalato. Questa Polaroid da finto giovane finto alternativo lascia ovviamente il tempo che trova, un pò come tutti i radical chic pronti ad esaltarsi per cagatine di questo genere come il Cucciolo Eroico.

American Animals

"Dici che così conciati siamo convincenti come Ford?" "Secondo me sembriamo troppo giovani."
Lucius: Il genere "heist movie" alla fin fine diverte sempre, soprattutto da quando ha perso la valenza noir storica, con trame di forte impatto e personaggi disperati e quindi drammatici, ed ha abbracciato lo stile del film "Colpo grosso" (Ocean's Eleven, 1960). Bart Layton viene dalla documentaristica e vorrebbe aggiungere l'aspetto "vero" ad un genere che non ne ha alcun bisogno: per fortuna ogni volta che appare la scritta "tratto da una storia vera" ci prepariamo alla fiction più smaccata.
Capiamo benissimo i giovani protagonisti che vogliono organizzare una grande rapina seguendo i dettami delle grandi rapine appresi dalla narrativa di genere: è come il ladro pasticcione Dortmunder del romanziere Donald Westlake che voleva organizzare una rapina seguendo un romanzo di rapine di Richard Stark (cioè sempre Westlake). E' la realtà nata dalla fiction che cerca la fiction per raccontare la realtà, in un girotondo eterno che si spera sia votato al divertimento dello spettatore, più che al raccontare una "vera" storia di cronaca nera americana.
Curiosa la scelta di un libro come "bottino", già fatta da "L'arte del furto" (2013) con Kurt Russell, spero che la scelta torni spesso in narrativa, dove di solito gli autori non ce la fanno a convincere i lettori/spettatori che un libro possa valere così tanto.
Cannibal Kid: A me il genere heist movie non ha mai divertito un granché. Se non altro fino all'arrivo de La casa di carta. Quella sì che è una gran heist series! Considerando il cast e il tiro piuttosto adolescenziale, nonché la febbre da La casa de papel 3, alla fin fine American Animals potrebbe anche rubarmi una visioncina.
Ford: l'heist movie ha sempre esercitato un certo fascino, su questo vecchio cowboy. Sarà che, in un'altra vita, probabilmente sono stato un rapinatore di banche. Considerata la penuria di titoli davvero interessanti, questo American Animals potrebbe rappresentare la sorpresa della settimana nonchè giocare il bonus di titolo in grado di mettere d'accordo Cannibal e Ford. Mica roba da poco.

A mano disarmata

"Devo pensare ad una vendetta adeguata per quei due burinazzi di Ford e Cannibal."
Lucius: Chi l'avrebbe detto che una realtà ignorata dai media per decenni alla fine sarebbe balzata all'attenzione pubblica grazie alla passione per le fiction televisive: ora ogni degrado urbano ben noto, davanti al quale però tutti voltavano lo sguardo, diventa appetibile per i "gomorroidi" (cioè gli amanti delle miniserie criminali a forte localizzazione geografica.) L'indifferenza che ha lasciato soli quelli che hanno cercato di fermare o raccontare il crimine, ora diventa voyeurismo indiscreto, quasi vizioso, in un paradosso di cui temo non si avverta la portata. Se l'entusiasmo per i "giornalisti coraggiosi" fosse mostrato quando i suddetti raccontano il crimine, e non quando nasce un prodotto cine-televisivo che a posteriori racconta la loro vicenda personale (a volte tragica), forse il male raccontato sarebbe stato nel frattempo sanato.
Fa piacere trovare Claudia Gerini finalmente impegnata a dismettere i panni da sex symbol (o supposto tale) e a riscoprirsi attrice drammatica: mi auguro che sia l'inizio di una sua nuova carriera.
Una nota personale. Ho passato ogni estate della mia adolescenza ad Ostia, il mare di Roma prima che tutti si fingessero troppo "di classe" per andarci. E' una città che amo e ho vissuto con l'idealismo della giovane età. Ho un'infinità di bellissimi ricordi e per almeno vent'anni l'ho frequentata con grandissimo piacere. Lo dico perché a forza di raccontarne il male si rischia di descriverla come un covo di banditi, ed è un gran peccato.
Cannibal Kid: Bella l'analisi di Lucius del fenomeno gomorroide, che sta prendendo sempre più piede. Soprattutto tra le visioni fordiane. A me suddetto sottogenere invece sta cominciando a provocare le emorroidi, un po' come Claudia Gerini, che ai tempi verdoniani mi piaceva pure, ma che di recente ho trovato a ogni ruolo sempre più pessima. Dubito che, se cercheranno di convincermi a mano disarmata a guardare questo suo nuovo film, riusciranno a convincermi.
Ford: molto bella l'analisi di Lucius, soprattutto perchè passata attraverso l'esperienza personale. L'idea di affrontare una visione di questo tipo e la Gerini mi spaventano un pò, così come il fenomeno dei "gomorroidi" se preso dal verso sbagliato - ma tornando agli anni ottanta, accadde anche con Scarface -. L'identità criminale di un luogo o di una cultura dovrebbe essere vista e vissuta come una parte di quel luogo o quella cultura, senza idealizzazioni di sorta. In fondo, è lo specchio di tutto il grigio che ci portiamo dentro e addosso. In tutto questo serioso analizzare, comunque, penso mi vivrò l'estate a mano rigorosamente armata di birra senza pensare a cose troppo pesanti.

martedì 4 giugno 2019

White Russian's Bulletin


Con la nuova settimana giunge puntuale anche il ritardo del Bulletin dopo quello della rubrica dedicata alle uscite: con l'inizio dell'estate, ai recuperi dei mesi scorsi hanno cominciato ad aggiungersi le classiche visioni disimpegnate tipiche del periodo, perfette soprattutto perchè ormai, considerati impegni e stanchezza, difficilmente riesco a sfondare il tetto delle due visioni impegnate a settimana.
Ecco dunque cosa è passato dalle parti del Saloon a cavallo tra una primavera monsonica ed un'estate arrivata di fretta.


MrFord



BETTER WATCH OUT (Chris Peckover, Australia/USA, 2016, 89')

Better Watch Out Poster

Se non fosse stato consigliato dal mio fratellino Dembo, a causa della sua ambientazione natalizia avrei atteso il prossimo inverno per effettuare il recupero di questo insolito home invasion che strizza l'occhio a Mamma ho perso l'aereo e, in parte, al Cinema di genere figlio degli anni ottanta - ho da sempre un'avversione per i recuperi fuori stagione -: forse, però, e non me ne voglia il mio suddetto grande amico, non avrei perso granchè ad aspettare, considerato che il lavoro di Peckover, nonostante alcune idee di fondo davvero molto valide ed alcune soluzioni di violenza creativa notevoli mostra diverse pecche sia in termini di sceneggiatura che di logica - problema in comune a molti horror, del resto - che rischiano di stancare o comunque limitare l'apprezzamento del pubblico prima dell'escalation della parte finale, forse la parte migliore del lavoro.
A conti fatti, Better watch out resta una curiosa alternativa all'intrattenimento thriller/horror senza impegno buono per una serata natalizia diversa dalle altre e soprattutto senza le aspettative della vigilia che hanno scottato gli occupanti del Saloon: se presa in quel modo, potrebbe anzi addirittura risultare sorprendente.




THE OA - STAGIONE 2 (Netflix, USA, 2019)

The OA Poster


Qualche anno fa The OA aveva travolto la blogosfera come un fenomeno accolto come un vero e proprio miracolo da buona parte del pubblico e dalla quasi totalità dei radical, e, anche se con riserva, aveva convinto perfino me. Con la seconda stagione la creatura scritta e pensata da Brit Marling e dal suo compagno dal nome poco pronunciabile mantiene gli stessi folli binari riuscendo a rimanere convincente neanche fosse una figlia dell'immaginario di Lynch, finendo per risultare magnetica anche quando, a conti fatti, di quello che racconta e porta sullo schermo si finisce per non capire un bel cazzo.
Visivamente impressionante, costruita con grande intelligenza, resa ancora più affascinante dalle variazioni sui suoi protagonisti e dall'inserimento della fordiana figura del detective, perfetta nella sua digressione metacinematografica finale. Un prodotto di quelli che si continuerebbero a guardare anche quando non si sa davvero perchè.



TED BUNDY - FASCINO CRIMINALE (Joe Berlinger, USA, 2019, 110')

Ted Bundy - Fascino criminale Poster


Ted Bundy è una delle figure più note, quando si parla di serial killers statunitensi: passato alla Storia per il suo fascino e le sue doti persuasive, per quanto non uno dei miei "favoriti" in quest'ambito, è senza dubbio uno dei profili criminali sui quali chi affronta questo argomento deve necessariamente considerare come d'esempio.
Portato sullo schermo ispirandosi al libro scritto dalla sua confidente, il lavoro di Joe Berlinger è interessante sulla carta e rispetto all'idea di non mostrare mai - o quasi - il lato oscuro di Bundy, dimenticandosi la strada del biopic tradizionale per concentrarsi sul punto di vista distorto di una persona che per anni non ha mai visto chi c'era davvero dietro la persona che frequentava e alla quale si era legata: peccato che, nonostante le premesse, il film risulti troppo spezzettato e freddo, privo di una scrittura davvero in grado di coinvolgere partendo dal lato apparentemente normale di questo serial killer che rese "l'apparenza inganna" il suo motto.
Di fatto, un'occasione sprecata, anche se non così "malvagia".



LA LLORONA - LE LACRIME DEL MALE (Michael Chaves, USA, 2019, 93')

La Llorona - Le lacrime del male Poster


E' vero, è scoppiata l'estate. E come si conviene, qualche serata immolata sull'altare dei filmetti horror ci sta tutta. Anche quando, con ogni probabilità, si sa già di andare incontro all'ennesima ciofeca che il purtroppo bistrattato genere "di paura" rischia di propinare.
Quando in casa Ford abbiamo scelto di affrontare la visione de La llorona eravamo ben coscienti dei rischi, ma non di quanta banalità fosse stata condensata in un'ora e mezza di luoghi comuni che il più classico - e non in senso buono - dei film d'orrore è in grado al suo peggio di regalare: situazioni ben oltre i limiti della logica - assistente sociale vedova che lascia i figli in età neppure da scuola media a casa da soli a prepararsi la cena, fare i compiti e secondo me anche a finire le pulizie prima che rientri a tarda sera, utilizzo delle forze dell'ordine quantomeno da fantascienza e così via -, classica storia di spiriti senza la benchè minima speranza non dico di spavantare, ma quantomeno di turbare in minima parte, finale con resa dei conti talmente teso da farmi crollare secco gli ultimi dieci minuti costringendo Julez all'inusuale ruolo di incaricata del riassunto del film dopo che l'altro ha deciso di abbracciare Morfeo.
Più che da piangere, qui, c'è da lottare per rimanere con gli occhi aperti. Peccato si chiudano per il sonno e non per la paura.