Regia: Nicolas Benamou, Philippe Lacheau
Origine: Francia
Anno: 2014
Durata: 85'
Anno: 2014
Durata: 85'
La trama (con parole mie): Franck, giovane impiegato per una grande casa editrice di fumetti ed aspirante autore degli stessi, viene assoldato come baby sitter improvvisato dal suo direttore editoriale in cambio dell'opportunità di mostrare le sue tavole. Peccato che Remy, il ragazzino cui Franck dovrà badare, sia un vero e proprio stronzetto viziato in conflitto con il padre assente come pochi, e che la nottata di "lavoro" cada proprio nello stesso giorno della sua festa per i trent'anni.
Quando gli amici d'infanzia di Franck faranno irruzione nella villa del suo principale, inizieranno per tutti i guai: il giorno dopo, richiamati dalla polizia giunta a constatare i danni all'abitazione, i genitori di Remy scopriranno grazie ad una videocamera ritrovata nella loro proprietà cosa è accaduto esattamente nel corso delle ultime dodici ore.
Neppure troppe stagioni fa, a cavallo di un paio di annate straordinarie, il rinnovato Cinema francese pareva essere tornato il centro del mondo della settima arte, in grado di soddisfare in egual misura le grandi platee ed il pubblico di nicchia, conquistando premi e favori della critica ad ogni latitudine.
Ad oggi, purtroppo, le emozioni regalate da perle come Quasi amici, Holy motors, Il profeta, The artist paiono ricordi dei bei tempi che furono, sommersi da una serie di commediole di bassa lega neanche ci trovassimo nel cuore del nostro disastrato Bel Paese: Babysitting, lavoro dalla qualità quasi amatoriale di Lacheau e Benamou, rientra perfettamente nella categoria.
Girato nel pieno dello stile del mockumentary - che già sta finendo per stancare se applicato all'horror, figuriamoci alla commedia - e sulla scia del successo della trilogia de Una notte da leoni, questo filmetto cerca - senza riuscirci neanche per sbaglio - di conquistare il pubblico con le trovate fuori di testa della notte brava unite ad un sottotesto da happy ending in famiglia che parrebbe più tipico degli standard hollywoodiani della peggior specie, che non di una produzione transalpina.
Sfruttando le peripezie del protagonista impegnato nel gestire contemporaneamente la sua festa per il trentesimo compleanno e l'ingestibile figlio del capo, appioppatogli dallo stesso in cambio della promessa di concedere una possibilità alle sue tavole di fumettista, Babysitting prosegue - fortunatamente non per molto tempo grazie al minutaggio piuttosto risicato - nella tradizione dedicata ai "fuori orario" del Cinema senza valere neanche l'unghia incarnita del pollice destro della creatura di Scorsese che, di fatto, battezzò un genere: situazioni al limite dell'assurdo in termini di logica - e non parliamo di grottesco, quanto più di soluzioni che, di norma, divertirebbero giusto un quasi adolescente ansioso di farsi due risate con i ragazzi più grandi fingendo di darsi un tono che non ha -, incapacità di divertire e, cosa forse più grave, di far ridere sguaiatamente come un titolo di questo tipo si presuppone sia in grado di fare ad occhi chiusi.
Attori inguardabili, spunti volgari e mosci, una trama che non decolla mai davvero, neppure quando la ricostruzione degli eventi del day after riguarda la ricerca dell'apparentemente scomparso Remy, inizialmente al centro dei sospetti di un rapimento da parte del suo inesperto baby sitter: non mi pare resti niente da salvare di un filmetto davvero degno del panorama italiano, buono giusto come sottofondo per una giornata di gioco sfrenato con il Fordino, senza dover necessariamente sacrificare tempo, sonno, spazio e soprattutto particolare attenzione ad una schifezzuola di questo tipo.
Come se non bastassero le questioni tecniche e sguaiate del caso, a contribuire al massacro di Babysitting ci pensano charachters minori in grado di incarnare molte delle cose che, in maniera totalmente istintiva, finiscono per irritare il sottoscritto a proposito dei cugini transalpini, dal padre del piccolo ed ostico ragazzino ai poliziotti, forse tra i comprimari caratterizzati peggio non solo degli ultimi dodici mesi, ma degli ultimi dodici anni.
Non so, dunque, se essere contento del fatto che dall'Italia si sia "esportata" in Francia l'incapacità improvvisa di generare film decenti oppure spalancare gli occhi allarmato rispetto alla metamorfosi che pare aver colpito i tanto detestati cugini, che potranno avere difetti a non finire - e non sarò certo io a negarlo - ma senza dubbio si sono sempre dimostrati piuttosto capaci quando si trattava di portare la meraviglia da una parte all'altra dello schermo.
Nel caso di Babysitting, e pur vivendo sulla pelle tutte le gioie ed i dolori del rapporto con un bimbo - più piccolo di Remy oppure no, poco conta -, l'unica cosa a fare da "testimone" è una bottiglia.
Di quelle pronte a schiantarsi sulla testa degli autori di schifezze di questo calibro.
MrFord
"Well I'm just outa school
like I'm real real cool
gotta dance like a fool
got the message that I gotta be
like I'm real real cool
gotta dance like a fool
got the message that I gotta be
a wild one
ooh yeah I'm a wild one."
ooh yeah I'm a wild one."
Iggy Pop - "Real wild child" -