Regia: Christopher Hutton
Origine: USA, Singapore
Anno: 2013
Durata: 88'
La trama (con parole mie): Max Gatling, un veterano e mercenario di un numero imprecisato di guerre, è assoldato da un riccone affinchè recuperi la figlia dello stesso, rimasta prigioniera nel cuore di una città del Sud Est asiatico trasformata da una misteriosa epidemia in una sorta di banchetto per umani divenuti zombies iperattivi assetati di sangue.
Aiutato prima da una squadra di soldati e dunque da un manipolo di robot ai suoi ordini, Gatling dovrà rintracciare la ragazza, convincerla con le buone o le cattive a ripartire con lui ed affrontare le orde impazzite come soltanto un Expendable sa fare: peccato che i compagni di "prigionia" della giovane non siano d'accordo al vederla partire, e che la stessa sia incinta della persona che Gatling ha il compito di eliminare una volta messo al sicuro il suo "pacco".
Questo film partecipa più che orgogliosamente alla carrellata molto, molto Expendables denominata per l'occasione "Meniamo le mani".
L'iniziativa delle Expendables weeks sponsorizzata - e dal sottoscritto
fortemente voluta - dal mitico Frank Manila e concretizzatasi in questi
giorni passando come un testimone da un blog cinematografico all'altro è
stata un piacevole pretesto per recuperare un titolo del quale di
recente avevo spesso sentito parlare, e che immediatamente aveva toccato
le corde del tamarro che risiede nel sottoscritto grazie ad una delle
icone "minori" dell'action anni ottanta, quel Dolph Lundgren del "ti
spiezzo in due" e di
chicche quali Red scorpion.
Se, inoltre, al buon vecchio Ivan Drago aggiungiamo zombies e robot gli
uni contro gli altri, andiamo ad ottenere un cocktail esplosivo ed
imperdibile per qualsiasi appassionato del genere: il risultato finale è
una tamarrata di quelle delle grandi occasioni, girato perfino poco
meglio di quanto ci si potesse aspettare - io già consideravo di
trovarmi di fronte ad una sorta di nuovo Sharknado - cui manca, però, se
non nel finale, la zampata in grado di trasformare una normale uscita
scassona in un vero cult da Expendables duri e puri.
Certo, vedere Lundgren - tra l'altro con visibili problemi di
deambulazione - intento a sparare raffiche di mitra in compagnia di un
gruppo di automi senzienti programmati per essere i suoi guardaspalle -
con tanto di cameratismo e battute del caso - è un piacere per gli occhi
ed il cuore, così come assistere a geniali tocchi di classe come il
robot "infettato" dagli zombies come se fosse umano, eppure la prima
parte del film fatica ad ingranare la marcia giusta, i comprimari non
sono all'altezza - diciamo che il casting non è proprio quello delle
grandi occasioni - e senza dubbio lo script patisce la mancanza di una
dose decisamente più massiccia di ironia, sprecato in una partenza che
vorrebbe ricalcare i fasti di prodotti di grande successo come The
walking dead o 28 giorni dopo con tanto di homo homini lupus come morale
senza pensare che pellicole di questo calibro non hanno alcun bisogno di etica, o giustificazione.
Non voglio comunque che passi un segnale sbagliato rispetto a
Battle of the damned, che resta divertente e fracassone quanto basta per
passare una serata di grandissima goduria a neuroni zero come se
fossimo tornati indietro di trent'anni, quanto più semplicemente
sottolineare quanto ormai per l'action sguaiata sia necessiario come
l'ossigeno o i suoi eroi dei bei tempi che la componente ironica - se
non addirittura comica - diventi parte integrante dell'insieme almeno
quanto infetti assetati di sangue, automi, pallottole, calci rotanti ed esplosioni
assortite.
Solo così, infatti, l'eredità di questo magico mondo continuerà a lottare anche e soprattutto per noi peccatori.
MrFord
"Oh Yoshimi, they don't believe me
but you won't let those robots eat me
Yoshimi, they don't believe me
but you won't let those robots defeat me."
but you won't let those robots eat me
Yoshimi, they don't believe me
but you won't let those robots defeat me."
The Flaming Lips - "Yoshimi battles the pink robots part 1" -